VIAREGGIO. “La Tasi non è stata approvata, il buco di 53 milioni ereditato si allarga ad altri 3,5 milioni per un totale di circa 57 milioni. Ho sentito dire che ora il dissesto è inevitabile: lo penso anche io anche se ciò mi spaventa perché dissesto vuol dire fallimento del Comune”. Lo scrive Luigi Troiso, capogruppo consiliare di Viva Viareggio Viva.

“È vero, non votare la Tasi ha comportato lo scatto all’aliquota più bassa. Vittoria di Pirro: col dissesto inevitabile la Tasi verrà approvata, per forza al massimo. Addio all’emendamento pronto che avrebbe portato ad uno sgravio per la prima casa.

“La cosa che però mi fa più strana è il gaudio tutto politico con cui si inneggia al dissesto. Si parla di ‘vittoria politica’: io la vedo più come una sconfitta. Far pagare alla città anni ed anni di mala gaestio solo per ‘ricatti politici’, per dire che ‘ha vinto’ una piuttosto che l’altra parte mi pare fantascienza.

“Probabilmente il dissesto ci sarà ma non capisco perché la politica non possa provare ad evitarlo adottando sì misure di rigore ma evitando il fallimento dell’ente. Forse nessuno ha letto il Tuel – che ci sia scarsa conoscenza generalizzata lo si evince dal giorno successivo alle elezioni – ma, francamente dubito che se qualcuno lo avesse letto e capito potrebbe ancora parlare di dissesto.

“Innanzitutto chi sono i tre magistrati che vengono? Sono tre magistrati in pensione. Chi li paga? Il Comune.
Che fanno? Coprono i debiti – oggi aumentati – del Comune alzando le tasse e tariffe (pulmini, mensa, asili) al massimo perché non c’è spazio per alcuna discussione con le parti sociali – leggetevi cosa è successo ad Alessandria. Vi pare una vittoria? A me pare, piuttosto delinquenza politica, fingendo di essere benefattori della città e diventandone, invece, i carnefici.

“E poi, infine, io dormo sonni tranquilli perché ero lì, seduto come mi hanno chiesto gli elettori a fare il mio dovere. Chi pubblicamente ha dichiarato che non sarebbe venuto o è venuto e volontariamente non è entrato, cosa risponderà alla Corte dei Conti quando, col fantomatico dissesto, la Corte dovrà individuare i responsabili del buco di 57 milioni?

“I soldi non hanno colore: anche quei 3 milioni e mezzo fanno parte del danno erariale. A quel punto, ‘chi si è tenuto fuori’ sarà ‘dentro’ perché non c’è discriminazione tra chi ha fatto i 53 milioni e chi agli stessi ne ha aggiunti 3,5 nell’arco di un mattino”.

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ultimo aggiornamento: 11-09-2014


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