VIAREGGIO. Come aveva annunciato lui stesso nei giorni scorsi, il sindaco Leonardo Betti si recherà domani a Firenze alla sezione regionale della Corte dei Conti. E quasi sicuramente – diciamo ‘quasi’ perché le vicende degli ultimi giorni ci hanno insegnato che certi scenari possono cambiare radicalmente nel volgere di poche ore – il Comune dichiarerà lo stato di dissesto.

Betti sembra dunque in procinto di accogliere le richieste che gli sono piovute da più parti, anche dalle forze politiche che lo appoggiavano fino a pochi mesi fa – leggasi Sel – e anche dall’interno del Pd, il partito a cui è iscritto. Così come da tempo il ragioniere capo Salvatore Santoro e il Collegio dei Revisori dei Conti avevano indicato il dissesto come unica via percorribile di fronte all’impossibilità di chiudere in pareggio il bilancio preventivo 2014.

Eppure, durante l’ultimo consiglio comunale, Betti si era detto convinto che un piano di riequilibrio pluriennale fosse possibile. Poi, nei giorni successivi, sembrava che fosse sul punto di gettare la spugna e rassegnare le dimissioni, salvo annunciare l’intenzione di rivedere la sua giunta.

Adesso arriva questa presa di coscienza sulla necessità di dichiarare lo stato di dissesto. Che, come indicato dal Tuel, è adottata tramite apposita deliberazione dal Consiglio Comunale. Tale provvedimento non è revocabile deve essere accompagnato da una relazione che analizzi le cause che hanno provocato il dissesto e trasmesso entro cinque giorni dalla data di esecutività al Ministero dell’interno e alla Procura regionale presso la Corte dei Conti competente per territorio.

A seguito della dichiarazione di dissesto viene formato un organo straordinario di liquidazione composto da una commissione di tre membri: questi vengono nominati fra magistrati a riposo della Corte dei Conti, della magistratura ordinaria, del Consiglio di Stato, fra funzionari esperti nel campo finanziario e contabile in servizio o in quiescenza degli uffici centrali o periferici del Ministero dell’Interno, del Ministero del Tesoro del Bilancio e della programmazione economica, del Ministero delle Finanze e di altre amministrazioni dello Stato, fra i segretari e i ragionieri comunali e provinciali particolarmente esperti, anche in quiescenza, fra gli iscritti nel registro dei revisori contabili, gli iscritti nell’albo dei dottori commercialisti e gli iscritti nell’albo dei ragionieri.

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