MASSAROSA. Non c’è da leccarsi le ferite. C’è da rimettersi subito al lavoro, per sistemare il sitemabile. Perchè la furia del vento, della pioggia e della grandine che si è abbattuta ieri in Versilia, a Massaciuccoli ha fatto qualcosa che da queste parti non si era mai visto. Un intero tratto – grosso modo sei, otto mila metri quadri di area – dell’argine del padule si è spostato di un centinaio di metri. Intere isole, che si trovavano a ridosso dell’argine lato Massarosa dell’argine, sono traslate verso Torre del Lago. E ancora: l‘imboccatura del porticciolo è stata ostruita dal tratto di argine che si è mosso, ed ora la motonave Burlamacca risulta di fatto bloccata: si esce solo con i barchini, il passaggio è stretto un paio di metri. Come se non bastasse l’argine che si è spostato ha trascinato con se tutte le strutture che erano ancorate sopra: il camminamento di palafitte in legno, il punto di avvistamento per volatili, tutto è inclinato di 10-15 gradi, un vero disastro.

Ad accompagnarci a constatare i danni del maltempo è il referente dell’Oasi Lipu di Massaciuccoli, Andrea Fontanelli. “Sono qui dai primi anni Novanta – racconta – e una cosa simile non l’avevo mai vista. Il maltempo di ieri (19 set, ndr) ha cambiato la geografia del lago”.

Le sue parole non sono esagerate. Anche solo ad occhio si nota che il paesaggio è mutato. Di fianco al primo tratto di camminamento, subito dopo il porticciolo, c’era un piccolo canale largo circa un metro. Il canale c’è ancora, ma ora si trova a 100-150 metri dal camminamento. “Tutto l’argine della zona paludosa – ci spiega Fontanelli – si è spostato verso il largo. Questo ammasso di terra che si è spostato, che saranno a occhio 5-10 mila metri quadri, ha ostruito i canali, ne ha creati di nuovi, ed ha chiuso l’imboccatura del porto. Il passaggio ora sarà di due metri o poco più. Ci passiamo con i barchini, ma la motonave Burlamacco per ora è bloccata in porto, impossibile farla uscire”.

Proseguendo il camminamento si avvicina all’argine del lago traslato. E lì i danni diventano ancora più chiari. L’ultimo tratto delle palafitte infatti è ora in posizione obliqua: la pavimentazione è inclinata di 10 o 15 gradi, e di fatto è inutizzabile. Stessa sorte per il capanno, anch’esso costruito su palafitte di legno, che serve da punto di osservazione del lago e degli uccelli. Il lago, da quel punto, quasi non si vede più, visto che la visuale è ora coperta dall’argine che si è spostato. L’intero capanno pende da una parte. E la piccola scala che portava dal capanno al punto di attracco delle imbarcazioni, la ‘stagneta’, ora si trova a 150 metri di distanza, e con l’acqua di mezzo. “Forse le assi e i pali non si sono danneggiati, ma è evidente che sono tutti storti. Bisognerà smontare tutto, pezzo per pezzo, e rimontarlo”.

“Si sono spostate – racconta Andrea – anche le isole qui davanti. Sono isole galleggianti, che avevamo ancorato al terreno anni fa per mezzo di decine di pali conficcati nel terreno. Una si è spostata verso Vecchiano, l’altra verso Torre del Lago”.

Ieri, allertati dai volontari della Lipu, sono arrivate anche le guardie ambientali del Parco di San Rossore, a studiare la situazione. “Per quanto riguarda il camminamento e il capanno – dice Fontanelli – ci sarà un gran lavoro di manodopera. Ma per l’argine e le isole spostate l’unica soluzione è quella di un paio di rimorchiatori, che aggancino fisicamente argini e isole e li riportino dove erano prima”. Di che costi parliamo, per ora impossibile da dire. Ma sicuramente non sarà cosa di poco conto e qualcuno se ne dovrà far carico velocemente.

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