STAZZEMA. “Il sindaco vuol fare cassa all’insaputa dei consiglieri comunali, almeno quelli di minoranza”. Il consigliere di minoranza Gian Piero Lorenzoni chiede chiarimenti pubblici sulla trattativa in corso, tra il Parco delle Alpi Apuane e il comune di Stazzema, per la vendita del centro di informazioni di Tre Fiumi, come descritto nella determinazione numero 12 assunta dal direttore del parco delle Alpi Apuane, il 24 luglio 2014.

I locali dovrebbero ospitare la sede legale del Parco che invece nel 2010, su indicazione dello stesso comune di Stazzema, dovevano essere ospitati al piano terra del Palazzetto di Cardoso, a fronte di un contributo del Parco di circa 144.000 €, necessario per sostenere le spese di ristrutturazione e d’allestimento.

“Vogliamo precisare che più di un anno fa, durante i lavori di un consiglio comunale, Lorenzoni chiese se era vera la notizia che la sede legale del Parco poteva essere trasferita da Cardoso a Tre Fiumi”, scrive Lorenzoni in una nota.

Nessuno, come al solito, dette una risposta chiara, anzi la maggioranza disse di non sapere niente al riguardo, nemmeno il consigliere Mattei Sauro che a quel momento, come ancora oggi, ricopriva e ricopre la carica di vice presidente del Parco.

“Da lì in poi più nessuna notizia, fino a scoprire che ciò che si chiedeva era vero e che oggi si è concretizzato in una vera e propria trattativa. Questo è un andazzo che non ci piace e siamo stufi di apprendere solo casualmente i progetti e le volontà di questa amministrazione che nulla ha di trasparente.

“I consiglieri di minoranza sono ritenuti solo un peso, un ostacolo da aggirare in tutti i modi perché non contrastino le decisioni che solo chi governa crede di essere legittimato a dover prendere.

“Ad ogni modo, siccome sul rispetto della legalità e delle regole, non intendiamo arretrare di un millimetro, chiediamo al sindaco la verità su una decisione ed una trattativa che si è voluto tenere nascosta, e per quanto ci riguarda, già da adesso, dichiariamo la nostra totale contrarietà alla vendita di un bene pubblico che appartiene all’intera comunità.

“Vogliamo anche ricordare che la struttura è stata inaugurata solo nel 2010 e affidata alla cooperativa Futuro e Sviluppo della Valle di Arni che, non avendo quasi mai operato, è stata chiusa nel giugno 2012.

“A questo punto vogliamo sapere se sono state rispettate tutte le condizioni previste dal contratto di gestione stipulato tra l’amministrazione comunale e la stessa Cooperativa”.

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ultimo aggiornamento: 25-09-2014


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