SERAVEZZA. Martedì scorso il Consiglio comunale di Seravezza ha definitivamente approvato il piano di recupero del Parco archeo-urbano della Rupe di Corvaia.

“L’atto – spiega l’assessore all’urbanistica Valentina Salvatori – è stato approvato, con l’assenso della Conferenza dei servizi regionale finalizzata alla valutazione degli aspetti paesaggistici del progetto. La Regione Toscana, la Provincia di Lucca e la Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara hanno riconosciuto il valore del progetto e la sua coerenza con i disposti del nuovo Piano paesaggistico, individuando alcune modifiche relative alla localizzazione degli edifici, in grado di migliorarne la qualità paesaggistica.

Con l’approvazione – continua l’assessore – vengono rese efficaci le disposizioni per l’attuazione di uno dei piani attuativi di iniziativa pubblica a più alto valore strategico previsti dal Regolamento Urbanistico. Un piano che ha la sua forza nel riutilizzo e nella riorganizzazione dei volumi di tre fabbricati esistenti (Villa Galanti e due altri fabbricati attualmente allo stato di rudere), nella riorganizzazione funzionale, agricola e ambientale, dell’intera area e nell’acquisizione da parte dell’amministrazione dell’area archeologica che si estende per ben cinque ettari”.

La rocca è oggi, infatti, interamente di proprietà privata, nonostante recentissimi studi la inseriscano, a pieno titolo, tra i principali siti archeologici della Toscana Nord occidentale. Gli studiosi ipotizzano che il sito sia stato un antico luogo di culto etrusco e che la retrostante area di Ceragiola possa essere considerata primo sito estrattivo dell’area apuo-versiliese, ben prima dell’apertura delle cave carraresi da parte dei Romani. Ma è in epoca medievale che l’area raggiunge il massimo splendore con la costruzione del castello, abbarbicato sulle rocce a difesa e controllo della sottostante Via Francigena. Le vicende feudali dei Cattani di Versilia, Signori di Corvaia, compaiono ripetutamente nei documenti e nelle cronache dei primi due secoli dopo il Mille. Dopo un periodo d’abbandono la fortificazione venne recuperata nella seconda metà del Quattrocento e definitivamente abbandonata nel 1485, dopo la guerra combattuta tra Firenze e Genova. Certamente, i suoi resti erano ancora imponenti e ben visibili quando Michelangelo Buonarroti, su ordine di Leone X, tracciò ai piedi della rupe la famosa Via dei marmi.

“Per la sua posizione di cerniera tra i sistemi territoriali della pianura e della montagna e il ruolo di vera e propria culla della civiltà in Versilia, la restituzione dell’area alla cittadinanza seravezzina e la creazione del parco archeo-urbano – secondo il sindaco Ettore Neri – possono diventare un modello di recupero e gestione dei beni culturali in Toscana.

La posizione, a metà strada tra il tracciato della Via Francigena – percorso ufficialmente riconosciuto dal Consiglio d’Europa – e il sito Unesco di Palazzo Mediceo, può fare dell’area l’elemento di ulteriore valorizzazione turistica del territorio seravezzino. In un momento di grande sfiducia nel ruolo delle istituzioni, dove la soluzione sembra che sia la dismissione generalizzata dei beni collettivi, l’acquisizione della rocca di Corvaia, non solo va nel senso opposto, ma dimostra che è possibile amministrare credendo ancora nel ruolo storico del patrimonio culturale quale perno nella costruzione dell’identità civile e nell’edificazione di un’identità sociale”.

Nei prossimi giorni l’Ufficio provvederà a correggere gli elaborati del piano in base alle richieste della Conferenza dei servizi regionale e a mettere in efficacia il piano. Da quel momento i privati potranno presentare i progetti e ottenere i permessi di costruire vincolati alla preventiva cessione dei cinque ettari di parco al Comune.

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ultimo aggiornamento: 05-10-2014


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