VIAREGGIO. Il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord è in grado di cantierare, nel 2015, poco meno di 100 progetti per la messa in sicurezza idraulica del proprio territorio: la vasta zona di competenza che, dopo le elezioni dello scorso 30 novembre, comprende adesso le intere province di Lucca e Massa Carrara e alcuni comuni della zona del Bientinese (nel Pisano) e dell’Appennino Pistoiese. Lo annuncia il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi, dopo che pochi giorni fa l’assemblea dell’Ente ha approvato il piano delle attività per il prossimo anno.

“I nostri uffici hanno preparato in totale 93 progetti, relativi sia all’attività ordinaria di manutenzione sia agli interventi straordinari che si rendono necessari, per una spesa complessiva che può superare i 35 milioni di euro – spiega Ridolfi – più di 13 milioni di euro di interventi, che hanno caratteristiche di manutenzione ordinaria al reticolo idraulico di competenza, saranno finanziati direttamente con nostre risorse, tutte derivanti dal contributo di bonifica che i proprietari degli immobili versano in base all’effettivo beneficio ricevuto dalle loro abitazioni o dai loro terreni dai lavori da noi effettuati; i restanti 22 milioni di euro di progetti sono invece relativi ad opere dal carattere straordinario, finalizzate a risolvere criticità idrauliche strutturali, per le quali l’Ente consortile ha richiesto l’opportuno finanziamento alla Regione Toscana: adesso la Regione valuterà la possibilità di inserire questi stanziamenti nel suo Documento annuale per la difesa del suolo per il 2015.

“Si tratta di progetti già definitivi e immediatamente cantierabili, che possono partire subito il giorno dopo aver ottenuto il finanziamento che siamo andati ad avanzare alla Regione Toscana: il nostro auspicio, naturalmente, è che a Firenze possa essere accolto il maggior numero possibile delle nostre domande”.

“Il nostro presidente della Regione ricorda che ‘non si può affogare per Maastricht’ – sottolinea Ridolfi – Credo che abbia ragione. Per questo mi sento di sostenere la richiesta di Enrico Rossi: gli investimenti per le
necessarie opere per il risanamento e il riassetto idraulico e idrogeologico siano sottratti dai vincoli imposti dal Patto di stabilità. La Regione non chiede soldi: domanda semplicemente di essere lasciata libera di spendere
quelli che ha, senza il vicoli imposti dall’Europa, almeno su questo punto.

“Se la proposta del presidente Rossi fosse presa in considerazione dal Governo, con ogni probabilità potrebbero essere finanziate la quasi totalità delle opere per cui abbiamo richiesto lo stanziamento. Con tutte risorse che
si andrebbero così liberare, avremmo maggiore sicurezza e potremmo contribuire al rilancio economico della nostra area: secondo un recente studio del Politecnico di Torino, infatti, ottenendo i 22 milioni di euro richiesti, potremmo creare nella zona settentrionale della Toscana, per il 2015, oltre 150 nuovi posti di lavoro”.

Il presidente Ridolfi ricorda anche i criteri di maggiore efficienza che la Regione ha introdotto nell’ambito della sicurezza idraulica in Toscana, tramite la riforma della bonifica avviata con la Legge regionale 79/2012, e
che ha portato anche alla costituzione del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord.

“La riforma della bonifica, voluta dalla Regione è senza dubbio positiva, perché ha semplificato il quadro delle competenze per la manutenzione e la cura dei corsi d’acqua, da sempre particolarmente ingarbugliato – ricorda
Ridolfi – Questa è la direzione tracciata, sulla quale occorre proseguire senza indugio: e sulla quale auspichiamo s’inserisca anche il Legislatore nazionale, a cui chiediamo di portare a compimento la razionalizzazione istituzionale avviata in Parlamento e la relativa ridistribuzione delle competenze tra gli Enti locali e territoriali.

“La Regione, per quanto di competenza, sta in effetti facendo molto: basta pensare ai nuovi elementi di pianificazione introdotti con la Legge 79/2012, come appunto il Documento di programmazione, che ogni anno l’Ente regionale redige sulla base delle priorità individuate sul territorio, e che è diventato uno strumento concreto per il finanziamento delle opere straordinarie e strutturali che si rendono necessarie.

“E importante è anche il principio ad esso collegato: nuovi finanziamenti sono possibili, l’anno successivo, solo per quegli enti che hanno portato a completamento le opere finanziate l’anno precedente. Si tratta di un criterio fondamentale, perché premia le capacità nell’ambito delle opere pubbliche e permette di limitare sprechi e inefficienze”.

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