VIAREGGIO. “Avevamo detto in tempi non sospetti al Pd, partito di maggioranza e nostro alleato: fate chiarezza al vostro interno”. Lo scrive in una nota la lista civica Viva Viareggio Viva.

“Facciamo un breve riassunto dei fatti, per i distratti, con qualche esempio significativo. Viene proposta dal sindaco come presidente del consiglio comunale Chiara Romanini e i consiglieri Lorenzo Bertoli e Franco Paterni non la votano. Viene proposto dal sindaco per il medesimo ruolo Beppe Vannucchi di Viva Viareggio Viva, e la consigliera Sandra Mei, pur dichiarando la sua stima alla persona, non lo vota: ugualmente fa il consigliere del David Zappelli, entrambi del Pd.

“Per ogni delibera ‘il terrore corre sul filo’ perché, specialmente dopo l’uscita dalla maggioranza di Sel, la mano alzata di Mei e Zappelli è essenziale: loro lo sanno e tengono continuamente sulla corda tutti gli amministratori. L’opposizione, ovviamente, capisce subito la debolezza dell’amministrazione Betti e cerca di trasformare ogni seduta del consiglio comunale in una potenziale sfiducia. Persino la delibera sulla Tasi, indispensabile per le casse comunali dissestate, diventa un pretesto a cui i due consiglieri del Pd si accodano: manca il numero legale, delibera bocciata.

“Ancora, sul bilancio. Nel Pd ci sono due fazioni: una a favore della dichiarazione di dissesto e una contraria. Il sindaco vorrebbe provare a evitare il dissesto, ma deve capitolare all’altra fazione. Capisce anche che non si può più andare avanti così e cerca di allargare la maggioranza, seguendo alla lettera le richieste ricevute, sempre dai suoi o dai suoi ex-alleati: azzerare tutti gli assessorati, dare persino le dimissioni per dimostrare fino in fondo la buona volontà. La lista civica Viva Viareggio Viva lo invita a chiamare a raccolta tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale per evitare il quarto commissario, il secondo in pochi anni, e lo scioglimento dell’intero consiglio comunale, eletto soltanto a maggio 2013.

“Ma l’opposizione nel frattempo ha assoldato in maniera stabile sia Sel che i due consiglieri del Pd: troppo ghiotta la possibilità di mandare tutti a casa con una firma su un foglio. E il partito di maggioranza che aveva appena riconquistato al ballottaggio la città dopo quattro anni di centrodestra e una faticosa campagna elettorale lascia che tutto questo avvenga. Anzi, il ruolo istituzionale più alto – la senatrice della Repubblica Manuela Granaiola – attraverso le colonne dei giornali, invita il sindaco a dimettersi. La giovane segretaria comunale è lasciata sola ad affrontare una crisi del genere. Pare che la fine sia annunciata e voluta dal Pd stesso. Tanto che coloro che hanno firmato per lo scioglimento del consiglio comunale non possono essere messi in discussione, tutt’altro, avrebbero solo agito secondo coscienza.

“Questa è la storia, il Pd commissariato: Dati che afferma che prima si faranno le elezioni e poi il congresso, niente primarie, niente individuazione delle responsabilità interne. Un quadro che non fa intravedere certo unità e democrazia in quello che era il partito di maggioranza. Senza chiarezza, senza sviscerare fino in fondo gli errori e le responsabilità, la storia non potrà che ripetersi, magari semplicemente rovesciando la ‘fazione’ vincente.

“Ci permettiamo di nuovo di ripeterlo perché lo scioglimento precoce del consiglio comunale è stato, a nostro parere, un danno per tutti, per l’immagine della città intera. Una ferita che si aggiunge alle altre, che rimarrà nella storia di Viareggio. Chi non lo ha capito, o finge di non capirlo, mente sapendo di mentire”.

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ultimo aggiornamento: 27-10-2014


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