VIAREGGIO. “Cari Giovanni, Rita, Ilaria, giunga a voi un caloroso abbraccio da Viareggio”. Inizia così una lettera scritta da Daniela Rombi, presidente dell’associazione “Il mondo che vorrei” che raccoglie i familiari delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009, alla famiglia di Stefano Cucchi, il 31enne romano morto in quello stesso anno durante la custodia cautelare.

“La ‘giustizia’ ha detto che non è accaduto nulla: evidentemente Stefano ha fatto tutto da solo. Oppure, come ha detto la madre, siete tornati a casa e l’avete trovato ad aspettarvi? Stefano non c’è più e questo ‘stato’ non ha voluto punire i colpevoli della sua morte, se ne è pilatescamente lavato le mani. Uno ‘stato’ che vergognosamente protegge sé stesso, e lascia impietosamente morire, senza un perché, i suoi cittadini.

daniela rombi“Troppo impari la lotta tra stato-giustizia e noi comuni mortali, troppo pericolosa questa situazione: non so quanto ancora riusciremo a sopportare abusi, soprusi e offese. Nessuna madre, nessun padre, nessuna sorella, nessun fratello potrà mai dimenticare l’amore che le è stato così brutalmente strappato.

“Non pensino, questo ‘stato’ e questa ‘giustizia’ che noi familiari lasceremo perdere, mai. Non è accettabile per chi ha perso un figlio, un fratello, sentire le dichiarazioni di quei poliziotti che picchiano, che manganellano gli operai, che fanno le corna ad una mamma-nonna che, nella strage di Viareggio ha perso la figlia e due piccoli nipotini bruciati vivi.

“Questa sentenza, profondamente ingiusta come troppe altre, ci pone il pesante dubbio: lo ‘stato’ vorrà mai giudicare sé stesso come fa con un cittadino, un lavoratore, un extracomunitario? La ‘giustizia’ non è per tutti la stessa: noi, se non rispettiamo una regola o sbagliamo a fare qualcosa, veniamo puniti così duramente, messi in carcere e ammazzati e loro? Mai.

“Pensate, l’allora amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, dopo essere stato rinviato a giudizio per la morte di 32 persone ed altri gravissimi reati, è stato promosso ad di Finmeccanica. È mai possibile? La realtà supera la fantasia. I poteri forti ci sono e, in giorni come questi, ce lo mostrano spudoratamente senza veli e vergogna. Un forte e caro abbraccio: noi ci saremo sempre.

“P.S. il minuscolo usato per stato e giustizia non sono errori…”.

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