Riaprirà il Cro in Darsena, presentate oltre 40 domande per gestire il bar

VIAREGGIO. Sulle saracinesche del bar Cro di Via Coppino non compare più il cartello “Chiuso per ferie dal 13 ottobre”. Ma qui gli atti vandalici non c’entrano. Anzi: le “ferie” sono finite, lo storico Circolo Ricreativo Operaio della Darsena viareggina riaprirà, probabilmente già nella prima metà di dicembre.

Proprio oggi scadevano i termini del bando per l’assegnazione della gestione dell’attività di somministrazione per i soci del Cro Darsene, che è un circolo Arci: negli uffici della sezione versiliese dell’associazione sono state depositate oltre 40 domande.

L’Arci esaminerà nei prossimi giorni le candidature pervenute e terrà conto non solo del curriculum presentato ma anche delle attività culturali proposte: l’obiettivo è rivitalizzare il Cro con mostre, concerti, dibattiti, incontri e serate a tema, cercando di riportare in auge lo spirito di una volta – proprio qui si svolsero le prime riunioni del Carnevaldarsena – e di rimanere al passo con i tempi senza tuttavia perdere l’anima popolare del locale. Al contempo saranno rinnovate le cariche del consiglio direttivo del circolo.

Foto VersiliaToday
Foto VersiliaToday

I nuovi gestori porteranno così avanti una storia lunga un secolo: il Cro è nato il 30 aprile 1945 ma già dagli inizi del Novecento era attiva la Lega dei maestri d’ascia e calafati, che del Cro è oggi la proprietaria. L’allora circolo dei calafati fu devastato nel maggio 1921 da una squadra di fascisti che fece irruzione nel locale deserto devastandolo e rubò la bandiera della Lega. Il vessillo finì a Roma e per molti anni rimase a prender polvere nei magazzini dell’Archivio centrale dello Stato: successivamente fu esposto al Museo del Risorgimento di Torino, dove è stata custodita fino a poco tempo fa, per una mostra. Da qualche anno la bandiera è tornata a casa per essere conservata all’interno del vicinissimo Museo della Marineria.

Ora la Darsena è pronta a riabbracciare un altro dei suoi luoghi più caratteristici e suggestivi. E pazienza se a servire un caffè, un bicchiere di vino o un ponce in mezzo alle effigi del Che e ai quadri con le barche non ci sarà più lo storico gestore Paolo Ceccotti: il mito del Cro, almeno, non si ferma.

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