VIAREGGIO. In un calcio, quello moderno, vituperato per l’estinzione delle “bandiere” c’è una storia bellissima, a tratti commovente, tutta da raccontare. Minuto 91 di Viareggio-Pietrasanta: nella formazione locale esce Benedetti per lasciare il posto a Carlo Fruzza. Uno che è “di vì”, per dirla alla viareggina, e che ha vestito la maglia delle zebre in più fasi della sua carriera.

Dopo i primi gettoni tra i professionisti a cavallo tra anni Novanta e anni Duemila (erano i tempi dell’Ac Viareggio), dopo il tangibile contributo ai trionfi in Eccellenza e in Serie D tra il 2005 e il 2007 (la squadra si chiamava Esperia Viareggio) ecco cominciare la terza vita in bianconero del “gladiatore”. Che, in barba ai suoi 38 anni, ha ancora voglia di lottare e di scrivere pagine indelebili del calcio viareggino.

Fruzza è il primo a presentarsi in sala stampa: indossa ancora maglia, pantaloncini e scarpini con i tacchetti. “Oggi mi sono davvero emozionato all’ingresso in campo: i tifosi hanno scandito il mio nome, cosa che non mi succedeva quando ero più giovane”, racconta l’inossidabile centrocampista, che ha pure sfiorato il gol nei minuti di recupero. “Alcuni miei compagni hanno 20 anni meno di me ma non è un problema: ho fatto questa scelta perché mi sento di poter giocare ancora. Voglio dare una mano a questa società: sono ancora dispiaciuto per come finì la mia avventura a Viareggio sette anni fa”.

Per un elemento di esperienza come Fruzza le zebre hanno tutte le carte in regola per vincere il campionato: “Siamo una squadra unita e dotata di ottime individualità, il pubblico ci è vicino: per ora sta andando tutto per il meglio. Dobbiamo imparare a essere più incisivi e a chiudere le partite ogni volta che si presenta l’occasione”. Infine, un pensiero per i tifosi che hanno sostenuto la squadra con fumogeni e tamburi: “Ci danno una spinta che neanche immaginano…”.

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ultimo aggiornamento: 30-11-2014


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