SERAVEZZA. “La realizzazione del nuovo centro commerciale sulla via Emilia ci spinge a fare alcune riflessioni: se infatti esiste la possibilità di portare investimenti ed occupazione, è pur vero che un nuovo, ulteriore centro commerciale, rischia di assestare un altro duro colpo al delicato ecosistema delle molte piccole attività commerciali del nostro territorio, già vessate dalle numerose tasse, nazionali e locali, e dalla crisi ancora in atto. È questo vale non solo per le attività di Forte dei Marmi ma anche e soprattutto per i nostri centri commerciali naturali dove maggiori sono le piccole attività di vendita al dettaglio”. Lo scrive il consigliere comunale di opposizione Riccardo Maria Cavirani.
“Interventi di questo genere rischiano poi di avere una pesante ricaduta anche in termini di viabilità, trovandosi le vie di accesso al lotto in questione su di un’unica arteria stradale, peraltro molto trafficata, e di carenza di parcheggi, col rischio di un eccessivo congestionamento della zona, come peraltro osservato anche dalla Provincia.
“Mi auguro che il privato investitore mantenga la promessa di destinare una parte dei nuovi posti di lavoro a persone residenti del nostro comune, cosa che in altri casi in passato non si è assolutamente mai verificata.
Resta tuttavia l’amaro in bocca per il solito atteggiamento della macchina burocratica-amministrativa: di fronte ad un investimento di molti milioni di euro si giunge alla approvazione della variante al Regolamento Urbanistico e del piano attuativo, con tutte le necessarie procedure di valutazione dell’impatto ambientale, in poco più di otto mesi.
“Quando invece si tratta di favorire interventi di piccoli privati, i tempi si allungano e gli uffici pubblici si dimostrano ben più autoritari e meno disponibili ad esaudire le richieste ed esigenze del comune cittadino. Una tendenza questa che, specie negli ultimi anni, emerge a Seravezza, con sempre maggiore chiarezza e che credo sia assolutamente necessario far cessare. Per questo motivo non ho partecipato alla votazione del progetto in pieno dissenso con la politica urbanistica dei due pesi e due misure praticata dalla maggioranza”.
