VIAREGGIO. “Il sole ha riscaldato domenica 1 febbraio 2015, primo corso del Carnevale di Viareggio, ed è stata una delle poche cose che ha reso la giornata davvero godibile dato che lo spirito di divertimento,
condivisione, aggregazione non ha brillato come successo negli anni precedenti in questo primo
pomeriggio carnevalesco”. Ce lo scrive Edoardo Manfredi, un nostro lettore di 23 anni, in una lettera inviata alla redazione.

“Camminando tra le mascherate isolate ad esempio, non è capitato, di ascoltare nessun tipo di
musica. Eppure gli anni scorsi anche le maschere isolate usufruivano di impianti audio e in alcuni casi era presente persino un brano inedito, inciso appositamente per l’opera stessa. Oltre ad essere un appassionato di Carnevale sono un musicista e perciò tale elemento per me non poteva non essere considerato. E allora, bando di concorso 2015 alla mano, ecco la risposta al quesito ‘perché niente musica sulle maschere isolate?’. Leggendo il documento, infatti, salta fuori il passo che limita questa possibilità di corredare l’opera con una colonna sonora carnevalesca, adatta all’occasione: ‘Le costruzioni sono composte ciascuna da un unico elemento in cartapesta avente dimensioni minime di 2,40 metri escluso il cavalletto. Non è consentito l’uso di carrelli neanche per supporti audio, pena
l’esclusione’. Non vi è detto esplicitamente no alla musica nelle maschere isolate, ma come poter usufruire della musica se non mettendo un impianto audio, e perciò avvalersi di un carrello?

“Questa esclusione penalizza l’artista della mascherata ma a rimetterci è il Carnevale stesso. Infatti
la natura della manifestazione fonda la sua spettacolarità non solo nella figure plastiche, nelle
grandi dimensioni dei mascheroni ma anche nel suono , nella scelta stilistica dei maghi della
cartapesta che abbracciano la musica per dare valore alle loro opere, oltre anche ad eliminare i
tempi morti tra una costruzione e l’altra. Gli amplificatori perciò presenti nelle costruzioni, che
siano di prima o quarta categoria non fanno l’effetto di espandere solo il suono ma anche il significato.

“Tutto creato perciò non per finalizzarlo all’opera stessa, nel caso dell’isolata all’elemento unico che
sfila, ma per creare un vero e proprio ‘ponte’ di contatto tra chi ha realizzato l’opera e il suo
pubblico che cerca il divertimento, la condivisione , il coinvolgimento. D’altronde cercare di tagliare l’unione che vi è tra le varie arti – pittura, musica, scultura – è andare contro l’arte stessa e quello che è la sua libera e naturale rappresentazione.

“Finito questo primo corso, dopo i fuochi pirotecnici e un po’ con l’amaro in bocca è arrivato il dato
dell’incasso: 100mila euro. Una cifra sottotono che dovrebbe invitare a riflettere chi di dovere al
perché il pubblico accorso è stato un numero piuttosto esiguo, e soprattuto quali sono le esigenze
degli artisti stessi, degli spettatori, oltre a capire se davvero il limitare certe cose possa essere
producente per la manifestazione.

“Il carnevale è libertà, spensieratezza, manifestazione dell’arte: la musica è una componente
fondamentale di questo grande frullato di allegria. Non priviamoci di ciò che ha reso questo genere
di manifestazione, la nostra, una delle più importanti d’Europa”.

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ultimo aggiornamento: 02-02-2015


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