VIAREGGIO. Alla fine il tempo ha graziato il terzo corso. Nonostante il meteo, le nuvole minacciose e i gufi la predetta “bomba d’acqua” non si è abbattuta sulla sfilata. La pioggia non è stata la protagonista del terzo corso ma loro, le mascherate di gruppo e quelle isolate, sono rimaste ugualmente dentro gli hangar. Un pit-stop obbligato e deciso all’unanimità questa mattina, d’accordo con la Fondazione Carnevale e considerando le previsioni del tempo non certo incoraggianti.

“In vista dei prossimi due corsi – spiega Michele Cinquini – è stato meglio così. C’era il pericolo pioggia e sarebbe stato un rischio per le nostre mascherate”.

Mascherate che sabato prossimo 21 febbraio dovrebbero avere occasione di recuperare il corso perso con una sfilata tutta per loro, durante la quale saranno assolute protagoniste dei viali a mare.

“È stata una decisione unanime – ha detto Devis Serra – al di là della possibilità di rovinare le maschere con l’acqua, c’era anche la necessità, in caso di pioggia forte, di far rientrare in Cittadella i carri il più velocemente possibile. E noi avremmo solo ritardato il viaggio”.

Un po’ di rammarico e dispiacere per non aver potuto far parte dello spettacolo del terzo corso. “Non sono più abituato a guardare il Carnevale da spettatore – commenta Luca Bertozzi – è da quando ero bambino che non seguivo un corso intero”. Mentre Bertozzi ha osservato attentamente le costruzioni, immedesimandosi giudice, altri colleghi hanno preferito indossare la maschera e montare sul carro a fare festa, approfittando della giornata di riposo forzato.

“Visto il tempo alla fine della giornata – ha concluso il mascheratista di “Padiglione Italia” – un po’ di rimpianto c’è. Quello che però voglio chiedere a tutti è se hanno sentito la nostra mancanza. Noi del nostro gruppo di maschere sì, perché al di là dei giudizi e della classifica finale, ci divertiamo e regaliamo al pubblico il nostro spettacolo, tra camerieri e cuochi improvvisati. Siamo stati bravi a creare il nostro bel “pasticcio”.

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