CAMAIORE. “Due giornate impegnative sul fronte che ci vede coinvolti nella difesa del servizio postale nel nostro territorio”. Così il comitato di Valpromaro racconta la due giorni di attività di protesta per dire no alla chiusura dell’uffcio postale del paese.
“Ieri, doppia passeggiata sulle strisce pedonali della SP 1 davanti alla Farmacia di Valpromaro, alle 10:30 e alle 16:00. Armati di striscioni e cartelli, ripresi dalle telecamere di Noitv, abbiamo ripetutamente attraversato la strada, formando piccole code di automobilisti a cui sono stati consegnati volantini di informazione. Presenti gli assessori di Massarosa Damasco Rosi e Agnese Marchetti e i consiglieri comunali di Camaiore Gerardo Santini e Mario Andreini.  Questo pomeriggio, dopo aver protocollato presso la Prefettura di Lucca, una richiesta urgente di colloquio fra il Comitato paesano di Valpromaro, gli altri comitati paesani e il Prefetto, alcuni rappresentanti del Comitato Paesano di Valpromaro hanno partecipato ad un incontro presso la sede della Provincia di Lucca L’assessore Francesco Bambini, in supplenza del presidente Baccelli (assente per impegni precedenti), ha comunicato che i rappresentanti della filiale di Lucca di Poste Italiane, non avrebbero partecipato all’incontro con le amministrazioni locali”.

“Dunque, Poste Italiane – prosegue il comitato – non ha partecipato ad un tavolo di condivisione e concertazione in merito al proprio sedicente “piano industriale” e ha specificato di non essere solita partecipare in simili occasioni. I rappresentanti sindacali delle tre principali sigle, CGIL,CISL e UIL, gli amministratori dei Comuni di Massarosa e Camaiore, il sindaco di San Romano in Garfagnana, il Commissario Prefettizio di Sillano – Giuncugnano, il vicepresidente Bambini hanno concordato su: – ulteriori tagli e riorganizzazioni del servizio postale non sono accettabili da un’azienda che dichiara un fatturato di 25/26 miliardi e utili oltre il miliardo di euro all’anno – è necessario riportare la questione al governo centrale perché cambi direzione politica al progetto scellerato di riduzione del servizio postale, indispensabile in particolare nelle aree rurali, collinari e montane – assoluta disponibilità a riportare le richieste dei cittadini di considerare quelli attuali come i parametri minimi possibili del servizio postale.  Infine poi se Poste Italiane ha visto una così grande crescita finanziaria, deve molto ai piccoli risparmiatori di cui utilizza il denaro. Prendere e usare i soldi per quotarsi in borsa e chiudere gli sportelli postali dove le persone portano i risparmi equivale a darsi la zappa sui piedi, oltre che lanciare un affronto vergognoso e imperdonabile alla popolazione. Miopia? Meglio un uovo oggi che una gallina domani?  E se tutti i piccoli risparmi abbandonassero il libretto postale e tornassero sotto il materasso, Poste Italiane cosa potrebbe quotare?”

“Rivolgiamo a questo punto un appello alle comunità locali di tutta la Toscana coinvolte da questo scellerato piano di intervento di Poste affinché la protesta possa mettersi in rete e coinvolgere coralmente tutte le comunità. Decine sono i Sindaci coinvolti, svariate decine di migliaia i cittadini che rischiano di vedersi decurtare ingiustamente i propri diritti! Comunichiamo inoltre che è fissata per domenica 22 febbraio la chiusura della petizione popolare; l’indomani verrà inoltrata alle sedi locali e centrali di Poste Italiane e a tutte le istituzioni dai Comuni alla Presidenza della Repubblica. Un’accorata richiesta poi a tutte le amministrazioni locali affinché attraverso la loro iniziativa di mobilitazione si sovverta una volta per tutte, la presente tendenza di impoverimento dei servizi per i territori rurali e montani, anche attraverso azioni di protesta senza precedenti e di clamore nazionale”.

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