VIAREGGIO. Un noto adagio italiano ci ricorda che “i parenti ti capitano, gli amici te li scegli”. Ma nel caso di Pierfrancesco Giunti, 42 anni appena compiuti, è più una questione di luogo di nascita che di albero genalogico: è venuto alla luce a Livorno e oggi è innamorato di Viareggio, soprattutto del suo Carnevale. Una storia, la sua, che parte da lontano. E legata in qualche modo a Burlamacco.

Pierfrancesco è infatti nato il 25 febbraio 1973 (“Il Livorno perse in casa con la Spal” ricorda da buon calciofilo) mentre a Viareggio si celebrava il secondo corso mascherato dell’anno del centenario: “Quel giorno nevicò e sono più che convinto che quel vento gelido del nord abbia portato qualche coriandolo verso Livorno”. E non è un’ipotesi così bizzarra, a ben pensarci: “In famiglia non ho antenati carnevalari, ad eccezione di un bisnonno di Empoli. A Livorno per la verità si è sempre festeggiato il Carnevale, seppur in termini diversi da Viareggio”.

E ci è voluta – lo direste mai? – Pisa a combinare il connubio: “Agli inizi degli anni Ottanta l’Ente Autonomo Tirrenia organizzava delle sfilate di piccoli carri a Marina di Pisa e Tirrenia, dove peraltro venivano riciclati mascheroni di Viareggio come avrei scoperto qualche anno dopo. Mio zio mi chiese se volevo salire su un trenino pieno di bambini e accettai senza esitazioni”. Pierfrancesco prova un’emozione che si ripresenterà a Viareggio anni e anni dopo: “Hai presente quando il carro si mette in moto, rincula e ti dà quella lieve scossa? In quel momento provai un’emozione inspiegabile. Poi quando tornavo a casa guardavo le repliche dei corsi di Viareggio su Canale 39, fortunatamente visibile anche a Livorno: la differenza era abissale. Mi impressionarono la folla sui viali a mare, il gigantismo delle costruzioni, i loro movimenti”.

Ma Pierfrancesco deve attendere ancora qualche anno per poter andare a vedere di persona le agognate sfilate: “Nel 1992, finita la maturità, presi il treno per arrivare a Viareggio. Una volta sceso percorsi tutta la via Mazzini fino ad arrivare sui viali a mare: il primo pensiero a balenarmi nella mente fu ‘Ma allora è qui che sfilano i carri!’. Sentii subito che dovevo venire a vederlo”.

L’occasione si presenta grazie a un popolarissimo programma radiofonico: “Radio Massarosa Sound trasmetteva ogni domenica alle 21 ‘Radio sera’, una sorta di Facebook pionieristico condotto da Celestino e Fabio Due in cui i ragazzi chiamavano da casa utilizzando degli pseudonimi – allora non si chiamavano ‘nickname’ – e lasciavano i numeri di telefono. Grazie a quello decisi di andare a Viareggio per il terzo corso del Carnevale 1993: mi accodai al carro dove c’erano più ragazze, quello di Gionata Francesconi, e dopo poco ero già sulla spiaggia in dolce compagnia. Da lì non ho mai lasciato il Carnevale. Che mi ha fatto conoscere tanti nuovi amici”.

Altro anno spartiacque è il 2010: “In quel momento vivevo a Barcellona però presi l’aereo per tornare a Viareggio appositamente per la ‘Notte delle stelle filanti’ alla Cittadella. Un amico, Massimiliano Arcucci, mi prese da parte e mi chiese: ‘Vuoi andare sul carro di Massimo Breschi?’. Sapeva che da anni bramavo di salire sulle costruzioni in cartapesta. Dovevo rispondergli entro quella sera stessa. E naturalmente fu un sì”.

Pierfrancesco diventa così uno dei pagliacci del “circo delle pulci” di Obama che si classifica al secondo posto: “La notizia di un livornese che montava sui carri si diffuse subito nell’ambiente del Carnevale. E infatti sono entrato in contatto con Renzo Pieraccini, all’epoca vicepresidente della Fondazione, che mi ha fatto toccare con mano le difficoltà e l’impegno che comportano l’organizzazione di una cerimonia di apertura o dello spettacolo di fuochi d’artificio. Poi grazie al dj Andrea Paci ho conosciuto il movimento dei Carnevalari, persone straordinarie che mi hanno insegnato tanto”.

A proposito di Carnevalari: a Pierfrancesco è stata dedicata una canzone che ha partecipato al Festival di Burlamacco di due anni fa – “Son di fori a Carnevale”, scritta da Simone Simonini e cantata da Luana Pepe. “Quando lo seppi andai nel panico totale, mi sentivo quasi un intruso se pensavo che nelle canzoni vengono citati personaggi storici come Egisto Malfatti o Enrico Casani. Ma ovviamente ero e rimango onoratissimo. Così come sono orgoglioso di aver portato una bravissima cantante livornese, Maria Maddalena Adorni, all’ultimo Festival di Burlamacco”.

Infine un pensiero sulla manifestazione e sulla città: “Guarda cosa è riuscito a fare il Carnevale: grazie a lui è nato di fatto è un mondiale di calcio giovanile da cui sono passati fior fiori di calciatori. E ha fatto conoscere Viareggio in Italia e all’estero. Da livornese dico che Viareggio ha per le mani una gallina dalle uova d’oro. E provo tanta rabbia quando leggo critiche distruttive che non fanno altro che affossare il Carnevale”.

(si ringrazia Luca Giannini per la concessione della foto)

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ultimo aggiornamento: 26-02-2015


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