VIAREGGIO. “Stiamo lavorando per non far fallire la Viareggio Porto”. Parola di Valerio Massimo Romeo, commissario prefettizio del Comune di Viareggio. Che convoca i giornalisti per raccontare la sua verità sulla vicenda che vede una delle società partecipate dell’amministrazione comunale minacciata da un’istanza di fallimento. Una vicenda che Romeo prova a ricostruire e su cui intende fare alcune precisazioni.

La prima: non è vero che la Viareggio Porto non può fallire. Anzi: è il giudice fallimentare del Tribunale di Lucca ad ammetterne la fallibilità, nonostante l’orientamento della Corte di Cassazione. La seconda: “Quando ho iniziato il mio mandato di commissario prefettizio lo scorso ottobre la Viareggio Porto era già stata messa in liquidazione dalla giunta del sindaco Leonardo Betti. E chi mette in liquidazione una società vuole portarla allo scioglimento. Betti avrà sicuramente avuto le sue ragioni”.

Romeo decide comunque di proseguire nel solco tracciato dall’ex sindaco: “Ho provveduto a nominare una liquidatrice, la dottoressa Arabella Ventura, con incarico decorrente dal 1° gennaio 2015 – oggi sostituita da Edoardo Falzone, ndr -e ho trasformato la Viareggio Porto SpA in Srl, con notevole risparmio per l’ente.

Foto Vt
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“Io e Ventura stavamo già ponendo in essere, con l’aiuto della Regione Toscana, un progetto che prevedeva la liquidazione della Viareggio Porto e la creazione di una nuova società – due soggetti avevano manifestato l’interesse ad acquistarla – con cui risanare i debiti: avevamo previsto che questa sarebbe stata al 51% di proprietà privata e al 49% pubblica, con quote di Regione e Comune che, è bene ricordarlo, non ha i soldi per sostenersi”.

E invece… “Il 5 dicembre arriva il decreto ingiuntivo con la clausola della provvisoria esecutività presentato da Stefano Dinelli, uno dei creditori della Viareggio Porto, con cui chiede la somma di 136mila euro. Quando Ventura, che si è insediata a Capodanno, è venuta a conoscenza del decreto ingiuntivo si è subito rivolta al suo legale Paolo Oliva: questi ha chiesto per tre volte, tra dicembre e gennaio, un incontro con Dinelli e il suo avvocato per cercare una soluzione conciliatoria, Ma loro hanno sempre rifiutato. Il 16 gennaio, poi, hanno fatto sapere che ritenevano ‘non soddisfacente’ la proposta di Viareggio Porto e pertanto hanno presentato istanza di fallimento”.

Adesso, per Romeo, esiste solo una via praticabile, soprattutto dopo che “non sono state individuate ragioni per una fondata opposizione al decreto ingiuntivo”. Ovvero? “Trovare un compratore che si presenti con 4 milioni e mezzo di euro, cifra a cui ammontano i debiti della Viareggio Porto. Un acquirente, in realtà, l’avremmo trovato. Però mi ha chiesto di continuare quest’operazione di pulizia, di ripristino della legalità, altrimenti a Viareggio non metterà più piede. Noi, intanto, cerchiamo di portare avanti la trattativa e di rinviare l’udienza prevista per il 21 aprile”.

Per il commissario prefettizio rimane un mistero che “una società come Viareggio Porto che avrebbe dovuto generare solamente degli utili abbia così tanti debiti”. E parla di “responsabilità morale di chi l’ha gestita negli ultimi anni”. Perché “è assurdo che in un porto con circa 600 approdi non esista un registro, un’anagrafe dei posti barca assegnati”. Sulla vicenda della Viareggio Porto va ricordata anche l’inchiesta della Procura di Lucca, con l’ingegner Alessandro Volpe, presidente della società dal 2008 al 2013, indagato con l’accusa di peculato ed abuso d’ufficio.

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ultimo aggiornamento: 26-03-2015


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