VIAREGGIO. “Visti gli ultimi comunicati riguardanti il progetto Sgambatù non del tutto chiari noi ideatori ci teniamo a precisare e a spiegare cosa realmente sia e le sue origini”. Lo scrivono gli ideatori dell’iniziativa che puntualizzano le origini del loro progetto, evidenziando un netto distacco dai candidati sindaco.
“Il progetto nasce da un gruppo di proprietari di cani che frequentano la pineta di Levante. L’idea viene maturata dopo l’estate 2014 e viene individuato un’area strategica e ottimale per i bisogni sia degli animali che dei loro padroni. Situato tra la cancellata dello stadio dei Pini, il collegio Colombo e l’ex bagno pubblico ormai in disuso, lo Sgambatù è pensato dagli amanti dei cani per i cani. Un gruppo di semplici cittadini tramite il volontariato e l’autofinanziamento cercano di far rivivere una zona degradata e inutilizzata. Questo spazio permetterebbe quindi a tutti i cani di correre in libertà senza disturbare nessuno poiché non è situato nei pressi di alcuna abitazione ma è facilmente accessibile da chiunque ne voglia fare uso.
Il progetto viene esposto e protocollato a metà settembre 2014 e verso i primi di ottobre la vecchia giunta contatta i nostri portavoce; purtroppo proprio in quei giorni la stessa giunta si scioglierà e l’idea non verrà più discussa.
Il tempo passa e intanto i nostri volontari cercano in tutti i modi di farsi ascoltare dalle autorità competenti senza risultati finché fatti gravi come l’avvelenamento di cani appartenenti al nostro gruppo spingono i volontari a farsi avanti con tutti i candidati sindaco. Visto il periodo elettorale noi dello Sgambatù teniamo a sottolineare che il nostro è un progetto che parte dal basso, che nel caso venisse realizzato sarebbe completamente autofinanziato e realizzato da volontari che in questo momento stanno usando il loro tempo e le loro energie per spiegare a tutti i partiti politici la valenza sociale delle nostre idee. Ci teniamo anche ad avvisare tutti i candidati che non sosteniamo nessun partito e nessun candidato e che contattarli non significa cedergli il nostro progetto per scopi elettorali. Noi abbiamo bisogno di luoghi ed eventi per parlare alla comunità e per farci conoscere”.
