FORTE DEI MARMI. C’è scudetto e scudetto. Se è vero che quello vinto nel 2010 a Valdagno – il primo nella storia della società veneta – non si scorda mai, il titolo nazionale conquistato stasera sulla panchina del Forte dei Marmi ha un fascino tutto particolare per il tecnico rossoblù Jordi Valverde. Lo è per più di un motivo.

Il primo: “Sono tornato qua al Forte trenta anni dopo aver indossato per tre stagioni la maglia rossoblù: ci tenevo a dare questo regalo alla città”. Il secondo: il tecnico spagnolo è subentrato a campionato in corso a Roberto Crudeli, l’artefice del primo tricolore a Forte dei Marmi. “Non era facile, ma devo ammettere che sono stato accolto bene al mio arrivo: non posso proprio lamentarmi. Il momento della squadra era delicato, è stato fondamentale che tutti abbiano remato nella stessa direzione. Cosa non ha funzionato prima? Non c’ero, non sta a me dirlo”.

Una parola anche per gli avversari: “Non smetterò mai di complimentarmi con il Cgc e con Alessandro Bertolucci, che ha instillato nei giocatori la giusta mentalità. Noi siamo stati bravi a non perdere la pazienza, a controllare la situazione e ad andare al tiro a colpo sicuro”.

Dagli occhi cristallini di Valverde sgorgano lacrime di gioia. E di mestizia allo stesso tempo. Perché la sua avventura a Forte dei Marmi termina qui: “No, non rimarrò: la società ha già preso le sue decisioni per il futuro. Per questo sono contento di aver chiuso in trionfo. E lascio al mio erede un gruppo vincente: auguro il meglio al Forte per la prossima stagione e spero che continui a lavorare con cuore e passione”.

Mentre lui piange a dirotto i tifosi attorno a lui lasciano partire, spontaneamente, un coro: “Resta con noi Jordi Valverde”. Meglio lasciarsi così, che dirsi addio (o arrivederci?) in malo modo.

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