Seravezza, al via il piano di recupero per il fabbricato della Cappella

SERAVEZZA. Nella seduta di mercoledì 17 giugno, il Consiglio comunale di Seravezza ha adottato un piano di recupero relativo ad un fabbricato agricolo in località La Cappella.
Il piano consentirà al proprietario di modificare la destinazione d’uso da agricola a residenziale e, insieme, di ampliare il piccolo manufatto (45 mq. distribuiti su due piani) di ulteriori 50 mq. di superficie coperta, con la realizzazione, dunque, di un fabbricato di complessivi 140 mq.

Spiega l’Assessore all’urbanistica Valentina Salvatori: “È il secondo piano di recupero di questo tipo che sembra avviarsi alla realizzazione. Il primo aveva interessato un fabbricato in Località Collacci. Il nostro regolamento urbanistico, infatti, prevede la possibilità di recuperare a fini residenziali antichi manufatti agricoli situati nel sistema territoriale della montagna (articolo 37), con l’intento di valorizzare l’area collinare del comune e creare le condizioni per agevolare e stimolare nuovi insediamenti, in contrasto con i fenomeni di spopolamento delle zone montane.
Per far questo si è scelto di privilegiare interventi di recupero di vecchi manufatti agricoli in disuso, senza cioè ricorrere all’utilizzo di nuovo suolo. Una pianificazione che va quindi nella direzione della sostenibilità ambientale e della valorizzazione del territorio e delle sue potenzialità, anche turistiche. Nella nostra idea, ad esempio, interventi di questo tipo potrebbero consentire la realizzazione di piccoli bed and breakfast, o appartamenti da affittare, oltre che permettere l’utilizzo di manufatti storici un tempo destinati all’attività agricola per i fini residenziali. Vediamo per la nostra montagna potenzialità di sviluppo in questa direzione, a sostegno di un’economia locale che in tal senso può crescere. Purtroppo in questi anni la forte crisi del settore edilizio ha sfavorito, tra gli altri, anche l’attuazione di questo tipo di interventi, ma negli ultimi tempi se registra un rinnovato interesse che fa bene sperare.
Circa il metodo – conclude Salvatori – la scelta di assoggettare questi progetti all’adozione di un piano particolareggiato risponde alla volontà di garantire la qualità degli interventi, dal punto di vista dell’inserimento nel contesto ambientale e paesaggistico e dell’utilizzo dei materiali, in coerenza con la tradizione dei luoghi”.

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