VIAREGGIO. La Direzione Marittima della Toscana, comandata dall’Ammiraglio Arturo Faraone, ha coordinato una tre giorni di tavoli di confronto con le categorie del settore della pesca marittima, sul tema della tracciabilità dei prodotti ittici.

Gli incontri, svoltisi alla presenza dei militari ed ispettori pesca delle Capitanerie di porto toscane, a Livorno, Viareggio e Porto Santo Stefano, secondo un programma dettato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che ha incaricato degli esperti per trattare l’argomento, hanno visto la partecipazione di oltre 70 operatori delle principali cooperative di pescatori della regione, oltre che di alcune imprese commerciali e di tutte le categorie sindacali che tutelano gli interessi del settore pesca. A questi, si sono aggiunti i rappresentanti di altre istituzioni, impegnate nei controlli ed esperti di istituti scientifici. Anche la Regione Toscana, attraverso propri funzionari ha preso parte alle conferenze.

Scopo principale dei meeting è stato quello di evidenziare e confrontarsi sulle principali normative comunitarie e nazionali che regolano gli scambi commerciali del pescato e disciplinano la tracciabilità dei prodotti, con particolare riguardo alle registrazioni delle catture sulla banca dati, da parte delle imprese del settore. L’esperto inviato dal Ministero ha illustrato anche il funzionamento di una speciale applicazione, utilizzabile da smartphone, attraverso la quale sarà possibile per gli operatori, in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo, inserire i dati delle transazioni delle partite di pesce, permettendo anche alle Capitanerie di porto di effettuare verifiche più immediate durante le ispezioni sulla filiera ittica, a maggior tutela del consumatore finale.

L’occasione, inoltre, è stata utile per gli ispettori pesca per la possibilità di sensibilizzare la categoria sugli obblighi per i comandanti dei pescherecci di provvedere affinché i dispositivi di localizzazione satellitare di bordo siano sempre funzionanti. Questo, non solo per permettere alle autorità il controllo, individuando le unità navali attraverso i sistemi attestati nelle sale operative delle Capitanerie di porto, ma anche per facilitare le attività di ricerca e soccorso a favore dei pescherecci stessi e, più in generale, nei casi di emergenze in mare.

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