CAPEZZANO.. In merito all’uscita stampa dell’ex consigliere per la circoscrizione, Della Latta, sull’area archeologica dell’Acquarella, l’Amministrazione intende smentire in modo fermo la semplicistica e scorretta ricostruzione dei fatti operata.

“Nella zona del ritrovamento della fattoria romana – scrive il Comune in una nota, riferendosi alla zona archeologica dell’Acquarella a Capezzano Pianore, che di recente la Sovrintendenza ha coperto –  vigeva un piano attuativo deliberato dal Consiglio Comunale nell’autunno del 2013. L’accordo prevedeva la cessione dell’area e di altre zone annesse, per la realizzazione di un parco; a fronte ai privati veniva concessa la possibilità di realizzare unità abitative. Prima della firma della convenzione un grave problema di salute ha colpito uno dei proprietari: la situazione clinica non permetteva la sottoscrizione del documento e purtroppo, nei mesi successivi, è sopraggiunto il decesso”.

“Nel frattempo la previsione urbanistica è andata in scadenza. L’Amministrazione non ha avuto la possibilità di prorogarla visto che la stessa era già stata oggetto di proroga (e vorremmo che, se di inefficienza si vuol parlare, si tenesse conto dei cinque e più anni di niente dell’Amministrazione Bertola, di cui certa gente era addirittura parte attiva). Si è aperto un tavolo con la Regione Toscana per valutare se vi fossero ulteriori possibilità, ma la legge non prevede alternative”.

foto NDL
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“Un ulteriore ostacolo si è frapposto con l’approvazione del PIT che vieta il tipo di intervento che era previsto nel progetto, con la realizzazione delle unità abitative a ridosso della collina. Si è quindi reso necessario riaprire il dialogo con i proprietari che dovranno presentare una nuova proposta per la perequazione. Visto l’allungarsi dei tempi l’Amministrazione – in un incontro ufficiale guidato dal Sindaco – ha chiesto alla Soprintendenza di prendere in consegna il sito per proteggere i reperti, non per altra ragione, come qualche disinformato vorrebbe far credere ai cittadini”.

“Un’ultima precisazione – conclude la nota dell’amministrazione camaiorese – va fatta sulla possibilità di espropriare l’area: la Corte dei Conti suggerisce di utilizzare gli strumenti urbanistici, ove possibile, per abbattere i costi di intervento. Nel caso di esproprio si configurerebbe una situazione difficilmente gestibile per le casse comunali ovvero una spesa doppia: una per l’esproprio, l’altra per la realizzazione del parco archeologico, con l’insopportabile rischio di allungare ulteriormente i tempi, cosa che piacerebbe a qualche fazioso che fa disinformazione ma che non servirebbe certo alla comunità”.

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