VIAREGGIO. Un fallimento? Un’occasione perduta? Una buona idea riuscita male? L’inedito Carnevale estivo in piazza Puccini passa agli archivi con qualche punto interrogativo e una serie di spunti di riflessione sia per chi amministra la manifestazione più importante di Viareggio sia per la città stessa. E, conti alla mano, con un incasso totale poco superiore ai 100mila euro che non andrà a coprire i costi di organizzazione.

La terza e ultima serata di festa non sarà stata sfavillante ma ha avuto il merito di cancellare dalle menti dei carnevalari l’imbarazzo del corso di Ferragosto: il pubblico è stato più numeroso – adesso attendiamo il riscontro dei botteghini -, i carri hanno potuto contare su qualche maschera in più a bordo e l’effetto finale è stato quantomeno dignitoso.

Adesso il bersaglio principale dei detrattori sarà di sicuro Stefano Pozzoli, commissario straordinario della Fondazione Carnevale che più di tutti si è speso in prima persona su queste sfilate estive. Il commercialista nominato dalla Regione già in giornata ha ammesso le proprie colpe (“Io non trovo mai nessuna difficoltà ad ammettere di essermi sbagliato perché sono convinto che l’infallibilità sia un’esclusiva di Dio e degli imbecilli” ha chiosato su Facebook citando Indro Montanelli), ma tre serate storte non possono oscurare in un sol colpo mesi di gestione positiva in una situazione finanziaria tremenda per il Carnevale.

carnevale estivo 2015Per la cronaca, tre premi speciali sono stati consegnati a conclusione delle sfilate: il carro più emozionante è stato giudicato “Quello che non vorrei vedere” di Massimo Breschi, per l’impegno e il brio delle maschere premio al carro “Mutti, la grande madre” di Umberto e Stefano Cinquini e, infine, premio speciale al carro più vivace a “E il dolce è servito” di Jacopo Allegrucci. Che poi, a detta di molti, sono state tra le pochissime costruzioni a salvare l’immagine della manifestazione.

A proposito: meno carri, circuito più lungo, sfilata in piazza Mazzini, biglietti meno cari – ognuno, nel suo piccolo, ha provato a fornire la giusta ricetta per il Carnevale estivo. E forse è proprio il caso di ripartire da qui, dal ripensamento del rapporto tra la Fondazione e una fetta consistente della città. Perché la prima non avrà saputo comunicare adeguatamente l’importanza di queste tre sfilate per le sorti della manifestazione, ma la seconda non può insistere nel godere ripetutamente delle disgrazie altrui. Perché, a forza di tifare contro, in città non ci rimarrà davvero nulla.

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Carnevale estivo 2015, dalla seconda sfilata 28mila euro d’incasso

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