VIAREGGIO. Da dove partiamo? Da una medaglia d’oro tanto cercata e finalmente ottenuta e pazienza se si tratta “solo” dei Giochi del Mediterraneo su spiaggia e non di Europei o Mondiali? Da Gabriele Gori che in cinque giorni ha segnato diciotto (18, così è più chiaro) ricevendo in cambio uno spropositato numero di applausi e complimenti? Dei cinque viareggini, oltre a “Tin-Tin”, Ramacciotti, Di Palma, Marrucci e Marinai che festeggiano un trionfo a livello personale tre anni dopo il primo e l’unico. L’Italia ha rispettato il pronostico, non ha lasciato scampo all’Egitto. Lo ha battuto 5-1 con un poker di Gori ed un gol di Ramacciotti. Un trionfo in salsa salmastrosa, quello della Nazionale a Pescara.

Il secondo posto di Baku, il quarto di Espinho ed il quinto di Parnu sono dimenticati. Ora si piange sì, ma di gioia. Si versano lacrime colme di orgoglio e soddisfazione, non di amarezza. Stefano Santini può esultare con loro. Li ha cresciuti, come ragazzi e come giocatori. E adesso li vede mettersi al collo la medaglia più pregiata. Certo, per quel giocatore, che di nome fa Gabriele Gori, ogni parola è sprecata. Le reti sono il suo linguaggio, i piedi, in primis il mancino, il megafono del suo sconfinato talento. Oggi essere italiani è più bello.

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