VIAREGGIO. Bambini e ragazzi lo cercano e, una volta trovato, lo circondano per una foto o un autografo. Non è un cantante e neppure un calciatore. Ma Fabio Caressa è una celebrità, il telecronista numero uno di Sky, quello di “Andiamo a Berlino Beppe”, frase storica detta in preda all’euforia dopo la vittoria nella semifinale del Mondiale 2006 contro la Germania. Disponibile e sorridente, non si è sottratto ai vivaci studenti che hanno così impreziosito la loro presenza al “Festival della Salute”.

In compagnia del giornalista Ivan Zazzaroni – un habitué della rassegna – ha tenuto un incontro durante il quale ha interagito con gli alunni presenti. Dall’analisi del campionato all’indomani del turno infrasettimanale, all’importanza dell’alimentazione sino al racconto dei suoi esordi nel mondo del giornalismo sportivo arricchito da alcuni preziosi consigli per chi desidera intraprendere la sua stessa carriera. Caressa ha poi lasciato il testimone a Cesare Prandelli.

Un anno fa toccò a Roberto Mancini, che due mesi dopo avrebbe preso il posto di Walter Mazzarri sulla panchina dell’Inter. Presente e passato al centro dei temi affrontati dall’ex ct. Le difficoltà di Roma, Napoli e Juve, l’esplosione di Calabria come spiraglio per la risalita (rapida, si augura) del calcio italiano, Balotelli. Che al Milan ha finalmente ritrovato il sorriso. Proprio Prandelli lo aveva fatto esordire in Nazionale. Quella Nazionale che al Mondiale brasiliano ha fallito miseramente, uscendo alla fase a gironi.

Non sono sensazioni piacevoli quelle provate dal tecnico quando la mente ritorna a quell’esperienza conclusa nel peggiore dei modi. Attende senza fretta la chiamata di una squadra che possa garantirgli un progetto tecnico all’altezza (“basato sui giovani, meglio se italiani, un po’ come fa il Sassuolo”). I bambini gli chiedono quale sia il giocatore e la squadra più forti da lui mai allenati. “Adriano”. “Fiorentina”, le risposte in sequenza. Una mattina di calcio e di sorrisi.

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