VIAREGGIO. Lutto nel mondo del Carnevale di Viareggio: all’età di 95 anni, compiuti quindici giorni fa, è scomparso Carlo “Bocco” Vannucci, pittore e decano dei maestri costruttori dei grandi carri di cartapesta, sue alcune tra le più belle opere che hanno sfilato alla manifestazione.

“Con Bocco se ne va un pezzo importante della storia del Carnevale di Viareggio”, afferma Stefano Pozzoli, commissario straordinario della Fondazione. “Portano la sua firma alcuni dei giganti di cartapesta che più hanno emozionato il pubblico. Dagli anni Cinquanta fino al 1992 ha realizzato straordinarie costruzioni che tutti ricordano per bellezza, eleganza, brio, grande capacità comunicativa. Le sue opere hanno spaziato tra temi di fantasia, di satira di costume e politica, regalando suggestioni e ricordi”.

Il primo contatto di Carlo Vannucci – detto Bocco – con il mondo dell’arte fu da giovanissimo: all’età di 14 anni frequentava pittori del calibro di Alfredo Catarsini, Renato Santini e Mario Marcucci. Dopo la guerra s’inserisce nel Carnevale: il debutto è nel 1948 con la mascherata in gruppo “Gli eroi della spiaggia”, prima classificata. L’anno successivo firma il suo primo carro grande “Pancia mia fatti capanna”, terzo classificato. Nel 1953, insieme a Sandro Bertuccelli realizza “Chi vuol essere lieto sia”, costruzione dedicata a Lorenzo il Magnifico, primo premio assoluto.

carro 1953 vannucci bertuccelliRisale al 1959 un altro carro rimasto nella memoria dei viareggini per poeticità e bellezza: “La favola”. Nel 1976 Vannucci sceglie la satira politica portando in corso il carro “Questo matrimonio non s’ha da fare”, secondo premio. L’anno successivo Giulio Andreotti è ritratto nei panni di “Alice nel paese delle meraviglie”. Ancora satira politica nel 1980 con “Fatti più in là”, nel 1982 con “Ma il ciuco non può andare” con protagonista uno Spadolini centurione e nel 1987 con il grande gatto blu dalle sembianze di Andreotti per l’opera “Gatta ci cova”.

Nel 1992 firma con il figlio Enrico il carro vincitore “Attenti al lupo”, straordinaria costruzione perfettamente realizzata sotto ogni punto di vista. “La cosa che maggiormente invidio ai carristi di oggi è la Cittadella del Carnevale”, aveva raccontato Carlo Vannucci in un’intervista pubblicata su Viareggio in Maschera 2012, la rivista ufficiale della Fondazione Carnevale

“Noi eravamo abituati a lavorare al freddo dei vecchi hangar di via Marco Polo e prima ancora nei baracconi di via Machiavelli. Oggi il modo di lavorare è radicalmente cambiato in meglio”. Sono i figli Enrico e Roberto a portare avanti il mestiere del padre, impegnati nella realizzazione di carri e mascherate per il Carnevale di Viareggio.

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ultimo aggiornamento: 30-09-2015


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