PIETRASANTA. Il lavaggio delle tubazioni contaminate da tallio attraverso un trattamento con acqua in pressione, anidride carbonica e ossigeno è una tecnica sperimentale che non può essere sperimentata sulla pelle dei cittadini.

Mi verrebbe da dire che dopo il danno anche la beffa: infatti nessuno potrà certificare che tutti i residui di tallio presenti nelle tubazioni verranno asportati con il lavaggio e che non verranno mai rilasciati nel tempo all’insaputa degli utenti. Tutto questo non è giusto per i cittadini che dopo mesi di paura e divieti si ritroverebbero ancora a vivere nell’incertezza ogni volta che utilizzano l’acqua del rubinetto.

Inoltre lo stato delle condotte acquedottistiche nel nostro territorio è tale per cui le perdite di acqua potabile rappresentano una voce importante non trascurabile in termini di consumo della risorsa idrica.

Infine, ma non meno importante, il lavaggio delle condotte comporterebbe anche la produzione di fanghi o comunque di rifiuti liquidi che necessariamente dovrebbero essere gestiti come tali ai sensi della normativa nazionale vigente, evitando lo scarico in pubblica fognatura nera (in quanto i depuratori biologici non sono idonei al trattamento di questo contaminante, che in determinate concentrazioni può anche distruggere la flora batterica degli impianti biologici a valle) o tantomeno nell’ambiente.

Detto questo appare evidente che esiste una sola soluzione tecnica per le condotte contaminate da tallio, ovverosia la sostituzione con nuove tubazioni senza se e senza ma.

A mio parere l’attuale Amministrazione dovrebbe adoperarsi per questa unica soluzione, senza troppi proclami, e cercare di gestire in maniera più oculata anche la parte di comunicazione alla cittadinanza.

(Visitato 146 volte, 1 visite oggi)

Pietrasanta: nuovo impianto Ersu, nuova posizione?

Ferrieri (PD): “Parco di Capezzano Monte: le bugie di Mallegni”