Puntata numero 110 per DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini.

LA MITICA CHIAVE DEL PIACERE FEMMINILE: IL PUNTO G. MITO O REALTÀ?

FANTOMATICO, INTROVABILE, LEGGENDARIO E, SOPRATTUTTO, PREZIOSISSIMO PUNTO G. Parliamo di quel particolare punto del corpo femminile, molto sensibile, che dovrebbe essere situato sulla parete anteriore della vagina, dietro l’osso pubico.  Gli esperti del settore e i sessuologi giurano che si trovi A METÀ STRADA TRA L’INGRESSO E LA PARTE POSTERIORE DELLA VAGINA, OSSIA A 4 O 5 CM DALL’ENTRATA.

Argomento celebre e controverso il “mitico” punto G non è una scoperta recente. Già nella cultura orientale era conosciuta una zona del corpo della donna che, oltre al “SEMPRE-VERDE” CLITORIDE, era determinante per il suo piacere sessuale: negli antichi testi filosofico-religiosi quest’area era definita “punto del sole” o “punto del piacere”. In epoca decisamente più recente, parliamo degli anni 80’, due ginecologi, Alice Lada e Beverly Whipple, tornarono ad occuparsi di questa possibile zona erogena che decisero di battezzare PUNTO G.

La scelta della sigla fu fatta in onore e riferimento di un articolo scritto da un altro medico, Ernst Grafenberg che aveva per primo ipotizzato questa zona (in realtà, tanto per capire quanto l’argomento sia controverso, i due “battezzatori” avevano in parte travisato l’articolo del collega!).

In ogni caso da quel momento sull’esistenza o meno di questa aree di super-piacere si è scatenata una vera e propria battaglia a colpi di ricerche e pubblicazioni scientifiche.

Alcuni test eseguiti nei primi anni duemila sull’innervazione della parete vaginale (comprese biopsie) dimostrerebbero l’inesistenza di un’area vaginale a maggior densità di terminazioni nervose.

Secondo un’altra corrente di pensiero il punto G esisterebbe ma solo come parte terminale della struttura interna del clitoride (noto, sicuro, esplosivo centro di piacere) che, in effetti, può raggiungere, all’interno del corpo femminile, una complessiva lunghezza di 10 centimetri.

Infine un terzo gruppo di studi sarebbe giunto alla diplomatica conclusione che il punto G esisterebbe ma solo in alcune donne. O, per essere più precisi il punto G esiste in tutte le donne, tuttavia variando molto da donna a donna, perché essendo un residuo embrionale (corrisponde alla prostata maschile) potrà in alcune essere ben sviluppato e quindi favorire orgasmi molto intensi, mentre in altre, pur esistendo, sarebbe così microscopico da non riuscire ad avere effetti sessuali apprezzabili

In ogni caso oggi si tende a ritenere l’orgasmo femminile, in tutte le donne e a tutte le età, anche multiplo, come conseguenza dalla stimolazione degli organi erettili della vulva. Pertanto, a voler essere pignoli, i termini orgasmo vaginale/uterino/clitorideo/ misto o punto/zona G/C e chi più ne ha più voglia… non dovrebbero più essere utilizzati esistendo, alla fin fine, un unico l’orgasmo femminile sempre scatenato dalla stimolazione degli organi erettili femminili. Poi si può disquisire sulla distribuzione di tali organi erettili e sul loro sviluppo e magari così recuperare il punto G quale localizzazione più o meno sviluppata, della radice di tali organi.

E poi, diciamoci la verità, l’orgasmo è lo splendido, spumeggiante, urlante, punta di un grande, caldo, CALDISSIMO iceberg, le cui basi, nascoste sotto la superficie del mare del piacere, sono ben più vaste e sono, attrazione, passione, amore, rispettosa passionalità, desiderio, conoscenza dell’altrui corpo e altrui cuore. Poi, ma solo alla fine, ben vengano tutti i punti G del mondo!

 

L’AFORISMA (da far riflettere…) DEL GIORNO: “…Le parole sono per le donne il miglior afrodisiaco. Il punto G è nelle orecchie, chi lo cerca più in basso perde il suo tempo…”   Isabella Allende – scrittrice statunitense, autrice di best-seller quali La casa degli spiriti e La città delle bestie.

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ultimo aggiornamento: 29-10-2015


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