SERAVEZZA. “Rimaniamo sconcertati dall’apprendere dai quotidiani che l’amministrazione di Seravezza ha affidato alla Fondazione Terre Medicee la manutenzione di giardini e spazi pubblici, una decisione presa senza dire nulla al consiglio comunale – e l’ultimo consiglio si è tenuto soltanto una settimana fa, martedì 3 novembre – impedendo nuovamente all’opposizione di potersi confrontare con la giunta”. Lo scrivono Gianluca Pajatto e Stefano Alessandrini, consiglieri comunali della Lista Monaco.
“Ci chiediamo come sia possibile affidare alla Fondazione un’attività importante per il nostro territorio. Nello statuto della Fondazione non vi è nessun riferimento alla manutenzione di giardini e spazi pubblici e quindi, anche da punto di vista giuridico, non riusciamo a capire la legittimità della convenzione.
“Conosciamo le difficoltà economiche in cui versa la Fondazione ormai da anni, e sulle quali il nostro gruppo consiliare ha chiesto più volte notizie precise senza ricevere nessun tipo di risposta, e nonostante tutto l’Amministrazione decide di assegnarli un altra competenza sottraendola di fatto al Consiglio Comunale.
“A questo punto sorgono spontanee molte domande. Come potrà la Fondazione gestire il verde pubblico quando non è’ in grado nemmeno di rispettare il piano di rientro concordato con la Regione? Come si procederà al conferimento dei lavori? Chi pagherà questi lavori e con quali soldi? Il prossimo componente del cda della Fondazione sarà anche l’assessore ai lavori pubblici?
“E’ l’ennesima dimostrazione del fallimento della strategia di questa amministrazione. Dopo anni passati a snobbare le segnalazioni dei cittadini, a ridosso delle elezioni si decide di utilizzare la fondazione nata per far cultura, per svolgere quei lavori da che l’assessorato competente non è riuscito a gestire nemmeno a livello di minimo sindacale.
“Ma è chiaro che chiederemo conto di queste scelte e non esiteremo ad informare i cittadini sul perché questa amministrazione sia arrivata a scelte talmente inspiegabili ed assurde come questa, senza il minimo coinvolgimento del consiglio comunale e delle minoranze”.
