VIAREGGIO. Per una volta, la scena è stata tutta per loro. Non era mai successo che alla Cittadella fossero svelati solamente i bozzetti delle maschere isolate, la cosiddetta “palestra del Carnevale”. E invece, al museo della cartapesta, l’attenzione non era rivolta ai carristi. Almeno per un giorno in copertina ci sono finiti i giovani mascheratisti che, in attesa di arrivare a costruire un carro, si cimentano con un po’ di gavetta.

Michele Cinquini, campione in carica assieme alla madre Silvia Cirri, punta ancora sulla satira politica con “Expo…rtiamoli”: “Vincere è difficile, confermarsi lo è di più e per farlo serve una tematica forte”, racconta Cinquini. “In un primo momento avevo pensato all’Expo, ma non bastava. Nel frattempo è salito alla ribalta il fenomeno dei migranti: così ho immaginato Salvini, Renzi, Merkel, Hollande e Cameron che se ne vanno su un barcone una volta finito l’Expo. La maschera isolata dovrà dare l’impressione di navigare tra la folla dei corsi mascherati”. Rispetto allo scorso anno è aumentata la concorrenza: “Per me è solo un bene, così scongiuriamo il rischio che non ci sia un futuro per il Carnevale”.

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Per Michelangelo Francesconi, altro giovane che si sta facendo le ossa in Cittadella, “ci sono tanti ragazzi validi usciti dalla scuola della cartapesta: per il Carnevale è un dato positivo”. Quest’anno concorre con una maschera dedicata alla crisi della Grecia: “Rappresenta la debolezza del sistema Europa e, al tempo stesso, la potenza della Merkel intenta a mangiare sulle rovine di un tempio greco”.

Dopo il secondo posto dello scorso anno è in cerca di riscatto Andrea Pucci: per il 2016 presenta “C’è supPosta per te” che, come spiega lui stesso, “si ispira al popolare programma televisivo di Maria De Filippi”. Anche nella sua costruzione è Angela Merkel la protagonista: “Nella sua busta trova i problemi che attanagliano la Germania come l’emergenza migranti, lo scandalo della Volkswagen e la Grecia”. La cancelliera la fa da padrona ne “La locomotiva tedesca” di Devis Serra, dove immagina un’antica locomotiva a vapore guidata dalla Merkel. “Nella mascherata c’è anche Renzi e la sua presenza può essere letta in due modi diversi”, spiega Serra. “Da una parte cerca di balzare sulla locomotiva per non perderne il passo, dall’altra fa attenzione a non rimanere schiacciato dallo strapotere tedesco”.

Nome straniero anche per Alessandro Pasquinucci che ha scelto il presidente russo Vladimir Putin: “Inizialmente volevo presentare una maschera isolata su Ignazio Marino, ma il tema ha finito per non convincermi. Poi, a pochi giorni dalla consegna del bozzetto, mi è venuto in mente un gioco di parole tra Putin e Rasputin, il monaco-stregone della dinastia Romanov”. Ad affiancarlo ci sono gli amici Alessio Bianchi, Lorenzo Ghiselli, Andrea Ciaramitaro e Riccardo Albertini.

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Niente satira per Alessandro e Paolo Vanni che concorrono con “Ecco il còrso mascherato”: ispirandosi a una strofa de “Su la coppa di champagne” immaginano Napoleone alle sfilate dei carri su un cavallo bianco. “Il più efficace rimedio contro la politica è non parlarne”, dice Alessandro. “Per questo abbiamo fatto una scelta controcorrente”.

Molto forte il tema scelto da Silvano Bianchi, al secondo anno in gara: il suo “La vedova nera” denuncia il sistema delle banche che si cela dietro il volto di Angela Merkel. “Rispetto a un anno fa ho prestato più attenzione alla modellatura, all’anatomia dei volti, alla progettualità: l’emozione è sempre la stessa, forse adesso c’è meno paura. Volevo fare una satira cattiva e il mio punto di riferimento è Giovanni Lazzarini: i suoi carri erano sempre molto crudi ed espliciti”.

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Gioco di parole per il cecinese Rodolfo Mazzone, presente ormai da anni nelle maschere isolate: “Il resto dal Carlino” è un omaggio al suo inseparabile cagnolino Romeo (“Nel bozzetto il carlino ha una ‘R’ sulla medaglietta”) e sui viali a mare sfilerà accompagnato dall’associazione Ugopiadi che raduna carlini da tutta Italia.

Due mascheratisti si sono poi concentrati sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti: si tratta di Daniele Chicca con “The American Dream” (“L’idea della ruota con i volti di Hillary Clinton, Donald Trump e Jeb Bush e con simboli come Topolino e la pallina da baseball suggerisce che, in fondo, queste elezioni possono essere un terno al lotto”) e Valentina Galli con “La corsa di Bhillary” (“Prima Hillary era semplicemente considerata la moglie di Clinton, ora potremmo assistere a un rovesciamento dei ruoli: lei diventerebbe la prima presidente donna nella storia degli Usa e il marito Bill la first lady di turno…”).

Ma la novità è costituita dai ragazzi che hanno frequentato la scuola della cartapesta realizzata dalla Fondazione Carnevale assieme all’Istituto Europeo del Design di Firenze: alcuni di loro hanno presentato un bozzetto e se lo sono visto accettare. È il caso del giovanissimo Michele Deledda, 18 anni ancora da compiere: “È tutta la vita che sogno questo momento. L’esperienza della scuola della cartapesta è stata formativa, abbiamo avuto tre grandi maestri a insegnarci. Sono davvero emozionato che il mio bozzetto, una satira su Renzi che nuota controcorrente sfidando gli attacchi di Berlusconi e Grillo, sia stato accettato subito”.

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Tra i volti emergenti c’è il livornese Pierfrancesco Giunti, del quale abbiamo parlato pochi mesi fa: presenta “Uccellacci e uccellini”, dove i protagonisti sono Pier Paolo Pasolini e il cardinale Tarcisio Bertone. “Ho fatto il corso per cultura personale, mai avrei pensato di presentare un bozzetto e di essere ammesso. Anzi, quando l’ho saputo sono sbiancato: in quei giorni ero a Venezia e non facevo altro che fissare il soffitto. Il tema, come l’omonimo film di Pasolini, è la mancata evangelizzazione della Chiesa e il contrasto tra clero e laicismo”.

Anche Erica Cerri, altra debuttante che proviene dalla scuola della cartapesta, prende di mira l’ex segretario di stato vaticano con “Sacra romana spesa”: “Bertone non è l’unico che si è reso protagonista di spese folli nella Santa Sede, di sicuro è quello più sotto i riflettori”, spiega Erica. Che poi racconta l’esperienza della scuola: “È stata breve, ma interessante. Per me l’emozione sarà doppia, visto che il giorno del primo corso mascherato coincide con il mio compleanno”.

Matteo Salvini è invece al centro di “Sbarco in maschera” dell’esordiente Lorenzo Paoli, che cita una vecchia canzone carnevalesca (“Chi è là, chi è là che vien dal mare?”): “Sulle coste viareggine sembra approdare l’ennesimo barcone della sofferenza, ma al Carnevale c’è posto solo per l’allegria: ecco che immagino Salvini e le sue politiche xenofobe gettato in mare con un salvagente”.

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Il leader leghista Lega Nord compare anche de “Il ruspante”, opera con cui si presenta Giuseppe Garone che nel 2011 aveva partecipato al concorso – poi annullato – per il manifesto ufficiale del Carnevale: “Non c’è assolutamente paragone, presentare il bozzetto di una maschera isolata dà molta più soddisfazione: è qualcosa che crei dal nulla e porti fino in fondo. Sono contento di aver fatto la scuola della cartapesta: mi auguro che non rimanga un caso isolato ma che, anzi, venga incentivata e migliorata”.

In chiusura una curiosità che ci piace segnalare: al termine della presentazione in Cittadella molti mascheratisti, divisi dall’inevitabile rivalità ma uniti da una bella amicizia, sono andati a prendere un aperitivo assieme.

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ultimo aggiornamento: 20-12-2015


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