STAZZEMA. Inaugurata al Palazzo della Cultura di Cardoso la mostra fotografica di Oliviero Toscani ‘Noi nel braccio della morte’ che proseguirà sino al 28 febbraio con apertura dal giovedì al sabato. Alla presentazione erano presenti oltre alla Amministrazione Comunale di Stazzema e al Vice Presidente della Provincia Umberto Buratti anche il fotografo milanese che ha incontrato i tanti intervenuti alla inaugurazione prima della inaugurazione. Una bella mattinata che ha avuto come protagoniste le fotografie di grandi dimensioni di Oliviero Toscani prese in nove carceri degli Stati Uniti nel 1999 nell’ambito della campagna di Nessuno Tocchi Caino per chiedere una moratoria internazionale sulla pena di morte. Una mostra organizzata dal Comune di Stazzema nell’ambito della Festa della Toscana che ricorda proprio come il Granducato di Toscana nel 1786 fu il primo stato ad abolire la pena di morte.

“Una mostra importante – commenta il Sindaco Maurizio Verona – che segna un altro passo nella collaborazione con il maestro Toscani che porterà nei prossimi mesi alla ristampa del libro sui superstiti di Sant’Anna di Stazzema, ‘I bambini ricordano. 12 agosto 1944’ . Quella del maestro Toscani è una presenza che ci onora perché è necessario tenere viva la luce sulla pena di morte che ancora oggi è praticata in tanti paesi, alcuni dei quali sono fari della libertà come gli Stati Uniti, mentre in altri come la Cina la pena di morte è praticata su larga scala”.

Il maestro Toscani si è prestato volentieri alle domande dei tanti appassionati che sono venuti al Palazzo della Cultura in Cardoso: “Abbiamo bisogno di più civiltà: possiamo dire civile un paese quello in cui un insegnante guadagna mille euro e si spendono milioni per comprare un calciatore? Devo ringraziare l’Amministrazione per l’allestimento della mostra che ha valorizzato questi pannelli mettendo gli occhi dei condannati all’altezza di chi guarda, restituendo dignità a questi volti. Ogni comune dovrebbe avere un Palazzo della Cultura. Non voglio fare mostre fotografiche d’arte, ma di memoria storica, così come è il libro su Sant’Anna che finalmente ristampiamo. Il braccio della morte sono luoghi orrendi che puzzano di morte dove ogni giorno si attende la busta gialla che ti annuncia la data della sentenza è dove è difficile fare le foto. Da ragazzo fui colpito dalla storia di un condannato che ricevette quella busta 12 volte prima della condanna definitiva. La mostra nacque così, come testimonianza”.

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ultimo aggiornamento: 08-02-2016


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