FIRENZE. I conservatori statali e non statali di tutto il Paese hanno già espresso con un documento comune al Ministero della pubblica istruzione e università la loro grande preoccupazione per la situazione del sistema dell’alta formazione musicale in Italia. In particolare viene lamentato il blocco del processo di riforma del sistema avviato sedici anni fa, cui si accompagna una grave carenza di risorse pubbliche accanto alla mancanza di interlocuzione con il sistema istituzionale per dare certezze nella programmazione.

Anche le quattro strutture toscane di alta formazione musicale ( il conservatorio statale Luigi Cherubini di Firenze e i conservatori non statali Pietro Mascagni di Livorno, Luigi Boccherini di Lucca e Rinaldo Franci di Siena di cui la Regione sostiene da tempo la richiesta di statalizzazione per superare la dipendenza da bilanci di enti locali sempre meno dotati di risorse e i rischi di chiusura ) denunciano “il persistere di un’assenza di progettualità politica e culturale che riguarda il sistema formativo in un contesto di una costante sottovalutazione di fatto del valore della musica nell’intero contesto culturale e sociale complessivo del paese”.

Una valutazione del tutto condivisa dalla vicepresidente e assessore alla cultura Monica Barni, che stamani insieme ai rappresentanti dei quattro conservatori toscani ha illustrato nel corso di una conferenza stampa i contenuti delle richieste e della protesta organizzata unitariamente per il prossimo 13 febbraio. Sarà una giornata nazionale di mobilitazione “gentile”, con iniziative e attività musicali in ogni istituto e su tutto il territorio per coinvolgere le cittadinanze su un problema che riguarda 2mila giovani artisti avviati a rappresentare l’Italia nel mondo attraverso la musica; proprio come la chitarrista Livia Bausi che ha suonato, aprendo l’incontro con la stampa, l’Introduzione e variazioni su l’aria ‘O cara armonia’ di Fernando Sor dall’opera il Flauto magico di Mozart.

Per Paolo Zampini, direttore del conservatorio Cherubini di Firenze, “gli istituti musicali della Toscana organizzano annualmente centinaia di eventi culturali gratuiti e collaborano costantemente con tutte gli enti civili, religiosi, militari per ogni tipo di manifestazione. Al loro interno sono custoditi fondi bibliotecari e strumentali di inestimabile valore. Tutto questo purtroppo si accompagna ad una evidente e drammatica difficoltà a sostenere economicamente la progettazione didattica e la produzione, di cui è bene nasca una coscienza comune. Ribadendo il nostro impegno nella collaborazione e nella cooperazione, chiediamo ci venga accordata una risposta certa riguardo alle molteplici problematiche messe in evidenza con questa giornata nazionale di protesta e proposta”.

“Come direttore del conservatorio non statale Boccherini di Lucca – ha detto Fabrizio Papi – esprimo la stessa preoccupazione espressa a livello nazionale per lo stato di trascuratezza in cui viene lasciato il nostro settore. Non possiamo rimandare ulteriormente la piena applicazione della legge, sia per quanto riguarda la messa a norma dei percorsi didattici accademici, sia per quanto riguarda la statizzazione degli ex istituti pareggiati. Vorrei però ricordare che a livello regionale i quattro conservatori stanno cercando di attuare collaborazioni su più livelli secondo un modello virtuoso che cerca di rimediare alle carenze ministeriali”.

“Gli eventi in programma sabato 13 febbraio in tutto il Paese sono la testimonianza dell’unità e della collaborazione messa in campo, per la prima volta, dagli istituti musicali statali e non statali – ha detto Anna Carli, presidente dell’istituto superiore di studi musicali “Rinaldo Franci” di Siena -. E’ una presa di posizione unitaria che ha permesso all’intero mondo della formazione musicale accademica di organizzare una giornata di sensibilizzazione rispetto al valore sociale e culturale della musica. Il Franci, nell’ambito del sistema toscano, grazie al sostegno della Regione e del Comune di Siena, è riuscito a garantire qualità e sviluppo all’insegnamento della musica, con numeri in crescita per quanto riguarda gli studenti iscritti, i corsi attivati e i concerti organizzati, frutto del talento dei ragazzi e della passione dei docenti. Ma, in un quadro di incertezza normativa e di cambiamenti negli asset ti istituzionali, la riforma non è più rimandabile. Una richiesta che si unisce alla necessità di incrementare le risorse nazionali, ordinare i corsi di studio e concludere il processo di statizzazione”

Per Marco Luise del conservatorio Mascagni di Livorno “la richiesta unitaria di tutti i Conservatori, statali e non statali per l’attuazione della riforma e entro l’anno la compiuta statalizzazione degli ex istituti pareggiati, è motivo di grande soddisfazione. La prospettiva di statalizzazione è in particolare per il Mascagni contemporaneamente un punto di arrivo e di partenza. Di arrivo, perché porta a conclusione un percorso di revisione dell’impegno degli enti locali – particolarmente delicato per Livorno vista la forte presenza storica della Provincia. Di partenza, perché permetterà di riprendere una programmazione didattica, artistica e scientifica di medio-lungo termine che il territorio richiede fortemente per le nuove esigenze di formazione e di produzione. Livorno, in quanto città Toscana, sente fortemente la responsabilità dell’alta formazione musicale che è parte integrante del “M ade in Italy”, al pari con gli altri settori caratteristici del nostro territorio, e cioè l’arte, la moda e l’alimentazione”.

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