PIETRASANTA. “Nemmeno di fronte ai debiti delle imprese del post 5 marzo la minoranza formata da Partito Democratico, Sinistra per Pietrasanta e Movimento 5 Stelle, è riuscita a dare prova di maturità, serietà e responsabilità”.
E’ il commento del capo gruppo di Pietrasanta prima di tutto, Alberto Giovannetti nel turbolento day after consiglio comunale all’interno del quale sarebbero dovute essere state approvate le delibere per il pagamento dei debiti del 5 marzo. Debiti che l’amministrazione comunale ha nei confronti delle imprese e che la passata amministrazione di Domenico Lombardi per incapacità e disorganizzazione aveva fatto slittare non avendo seguito la procedura corretta. Una parte dei debiti, circa 680 mila euro, era già stata approvata nel precedente consiglio.
Una delle due delibere, di importo pari a 916 mila euro, è stata approvata con i soli voti della maggioranza (la minoranza era infatti uscita dall’aula) mentre la seconda delibera, di importo di 132 mila euro che avrebbe finalmente sbloccato i pagamenti per otto imprese, non è stata approvata per mancanza del numero legale. Uno dei consiglieri di maggioranza era uscito dall’aula in quanto lavora per una delle aziende che ha eseguito alcuni degli interventi inseriti nel documento e che da lì a poco sarebbero dovuti essere approvati. Un eccesso di prudenza e trasparenza che ha impedito il raggiungimento del numero legale e l’approvazione della delibera.
“Dalla minoranza ci saremmo aspettati, almeno in questo frangente, rispetto nei confronti della comunità. Le imprese stanno aspettando da più di un anno di essere pagate. Anche questa volta hanno dato dimostrazione di irresponsabilità e di codardia politica”. Il consiglio comunale sarà costretto a tornare in aula, per votare la delibera, il 15 marzo. “Hanno capito solo troppo tardi l’errore che stavano commettendo. – commenta Giovannetti – Per una volta che avrebbero potuto essere decisivi per il bene della città, votando la delibera, non hanno saputo cogliere l’importanza del momento. La politica non è un gioco. La politica decide le sorti delle famiglie e delle nostre imprese”.