Dalle notti magiche e afose di Dortmund e Berlino al tiepido e mite pomeriggio primaverile di Viareggio. Esattamente dieci anni fa Fabio Grosso faceva gioire l’Italia calcistica con il gol alla Germania e il rigore decisivo contro la Francia: oggi, da allenatore della squadra Primavera della Juventus, è finito sul tetto di quel mondiale in miniatura che è il Torneo di Viareggio superando un Palermo coriaceo.

“Siamo contenti, abbiamo fatto un bel torneo con tanti ragazzi che durante l’anno hanno trovato poco spazio”, esordisce Grosso, al primo trofeo da allenatore, per poi analizzare la finalissima. “Nel primo tempo abbiamo dominato il campo in lungo e in largo, il 2-2 è stato un risultato bugiardo. Poi, rientrati dagli spogliatoi, la fatica si è fatta sentire: non avevamo più benzina, ci siamo allungati e abbiamo sofferto. Ma siamo stati bravi a trovare il guizzo vincente per portare a casa una vittoria a mio avviso strameritata”.

Cosa c’è dietro il trionfo della Juventus? “Tanto lavoro, entusiasmo, voglia di crescere e di conquistare trofei, che non fa mai male. Sono contentissimo di ciò che sto facendo: da due anni vivo quotidianamente con questi ragazzi e avevo sempre desiderato vincere qualcosa, oggi ci siamo riusciti. È stata un’esperienza bellissima, abbiamo disputato un ottimo torneo mettendo in mostra grandi qualità anche in finale. Ora festeggiamo, ma la vittoria di oggi finirà presto tra i ricordi perché c’è da pensare al futuro”.

E pensare che proprio il Palermo, squadra con cui guadagnò la convocazione al Mondiale da calciatore, lo scorso anno gli aveva rifilato una delusione mica da nulla: “Sì, ci eliminarono ai playoff: dallo scorso anno abbiamo costruito le basi per fare bene in questa stagione, è un percorso che continua. Se è una rivincita? No, a me interessa solo lavorare”.

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ultimo aggiornamento: 30-03-2016


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