“È con profonda amarezza e malcelato rammarico che apprendiamo la decisione della Prefettura di Lucca di far disputare a porte chiuse la partita di domenica 17 aprile col Ghiviborgo”. Inizia così la nota emessa dal Viareggio.

“Seppur non è nostra intenzione giustificare la condotta posta in essere, peraltro da una ristrettissima minoranza di tifosi, riteniamo la decisione della Prefettura di Lucca sproporzionata ed eccessivamente punitiva. 

Il nostro disappunto è acuito dal fatto che, in modo del tutto spontaneo, ci siamo adoperati per trovare una soluzione che andasse incontro alle esigenze degli organi competenti.

In tale direzione abbiamo addirittura proposto di mettere a disposizione un adeguato numero di steward a nostre integrali spese assumendoci, così, la totale responsabilità della sicurezza dell’evento sportivo in programma domenica prossima. 

Il tutto solo ed esclusivamente nell’interesse dei nostri sostenitori, dei nostri tesserati, degli operatori e, soprattutto, dell’immagine della nostra città che, invece,  esce irrimediabilmente offuscata da questa decisione che sa tanto di “resa”, l’ennesima, e che non rende giustizia né all’impegno profuso dalla nostra società né alla correttezza dei nostri tifosi, la maggioranza, che ogni domenica, non ci fanno mancare il loro sostegno, la loro vicinanza, il loro affetto.

Loro per primi, e la città tutta, non meritavano di essere trattati così! 

Il disappunto lascia spazio a vera e propria delusione se si pensa come, prima della partita – la penultima casalinga della stagione –, fosse in programma un’esibizione della nostra scuola calcio con oltre 100 (cento) bambini che avrebbero giocato davanti alla presenza del “proprio” pubblico sugli spalti.  

Questa iniziativa, a nostro parere, avrebbe lanciato proprio quel messaggio positivo che, spesso, da tante parti si invoca da parte dello sport in generale e del calcio in particolare e che invece rimarrà irrimediabilmente frustrato dal provvedimento che ci è stato notificato.

Punire una intera città per le intemperanze di pochi, non rappresenta, a nostro modo di vedere, il modo più corretto ed efficace di affrontare il problema.

Il provvedimento emesso contro il Viareggio 2014, e contro la città tutta, mortifica il lavoro e l’impegno profusi, del tutto gratuitamente, da tanti semplici appassionati che in questi mesi (21 per l’esattezza) hanno messo a disposizione tempo ed energie affinché il calcio non “morisse” a Viareggio e, soprattutto, rischia di allontanare, forse definitivamente, proprio coloro che stanno cercando di regalare un sogno sportivo alla nostra città, affrancandola dalla “empasse” in cui attualmente si trova.

Dispiace che anche questa volta poche, asettiche norme abbiano prevalso sul buon senso e sul lato più bello ed emozionante dello sport, quello fatto dalla gente e per la gente!”

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ultimo aggiornamento: 13-04-2016


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