M5S Seravezza: “La montagna non deve essere un peso per l’amministrazione Comunale ma una risorsa, le pochissime attività rimaste svolgono un fondamentale ruolo di gestione e presidio del territorio, esse devono essere favorite e sostenute, l’abbandono e l’incuria sono causa di gravi dissesti idrogeologici, con ricadute pesanti sulla comunità.

Parlare del solo Comune di Seravezza, decontestualizzandolo dall’intero comprensorio della Versilia Storica, pare una follia, è proprio la peculiarità del territorio, unico nel suo genere, che deve divenire la combinazione vincente, promuovendo un vero turismo alternativo, troppa gente trascorre le vacanze in luoghi lontani e non conosce le bellezze di casa propria, scoprire le proprie risorse è il primo passo per salvaguardarle e valorizzarle, nonché promuoverle.

Ci troviamo di fronte a scelte importanti, dettate oltre che da una innegabile crisi economica, dal fallimento di errati convincimenti, dopo mezzo secolo in cui abbiamo visto la popolazione montana diminuire costantemente ed inesorabilmente, dobbiamo invertire la tendenza, effettuando interventi mirati ed essenziali, non stravolgendo i luoghi, ma preservando e restaurando l’esistente.

Tutto questo ha un senso purché si mantengano i servizi minimi essenziali, vivere in montagna, alta o bassa che sia, significa rinunciare a buona parte delle comodità moderne ed essere disposti a qualche sacrificio a favore di uno stile di vita che privilegia il contatto quotidiano con la natura e la ferrea volontà di rimanere legati alle nostre tradizioni, nonostante i servizi essenziali siano stati smantellati da tempo.

Innovare significa rilanciare le piccole attività artigiane, i punti di vendita di generi alimentari, le rivendite di giornali, i bar di paese, le trattorie tipiche, il punto di frattura è proprio rappresentato dalla chiusura di queste realtà, perché senza di esse si rende impossibile la permanenza degli anziani e a tutti coloro che hanno difficoltà a muoversi, viene meno anche ogni luogo di aggregazione e confronto per i giovani, ogni possibilità di socializzazione e sviluppo delle idee.

Transitando per i paesi dopo le venti, ci appaiono solo vie deserte e manufatti silenziosi, per questo è necessario mettere in atto azioni concrete che mantengano e ripristinino quei requisiti di vivibilità degni di un Paese a misura d’uomo. L’ unica strada percorribile per uno sviluppo economico reale è investire sulle tipicità e sul turismo alternativo, un modo nuovo di vedere l’ economia, puntando su forme già sperimentate in alta Italia, quali percorsi trekking, riqualificazione di vecchie mulattiere dismesse con la reintroduzione del mulo come mezzo di trasporto “ turistico “, attività ludico fluviali come il canyoning, ripristino e riallestimento di sentieri e luoghi storici come “la linea gotica”, il tutto inserito in un unico contesto, affinché diventi un vero “cammino di Versilia”, servito da punti di ristoro e botteghe di artigianato locale. Contestualmente servono incentivi, sgravi fiscali e agevolazioni per queste iniziative, al fine di restituirgli competitività a fronte di maggiori disagi e costi globali, incentivare le ristrutturazioni edilizie, in particolare per le prime case e per le giovani coppie, onde favorire il ritorno della gente in montagna e per recuperare il patrimonio storico che i piccoli borghi rappresentano.

Va attuata una seria politica di sviluppo della montagna non più dipendente esclusivamente dalla monocultura del marmo, una politica con al centro valori di totale rispetto per l’ambiente e per la qualità della vita delle popolazioni locali, così spesso è stata trascurata dagli enti locali e dalle pubbliche amministrazioni.

La montagna non è solo terra di conquista in campagna elettorale.”

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