Falso rientro di capitali dal Principato di Monaco, con simulato ‘scudo fiscale’, per pagare meno tasse in Italia sulla vendita (che fu regolare, per oltre 12 mln di euro) di un hotel a Firenze e di immobili a Firenze e Forte dei Marmi: per questo il tribunale ha condannato per reati fiscali un commercialista con studio a Firenze a otto mesi, e un amico, considerato dall’accusa una specie di ‘testa di legno’, a sei mesi. In questa vicenda l’operazione di ‘scudo fiscale’ per il pm non esiste perché i denari intascati erano sempre rimasti in Italia, girati su conti correnti riconducibili al titolare della società che ha venduto l’hotel, un albergo a tre stelle in via Panzani, e gli altri immobili.

Assolto, invece, ‘perchè il fatto non costituisce reato’, un manager inglese specializzato in costituzione di società ‘off shore’: avrebbe realizzato la società immobiliare con sede a Montecarlo e domicilio legale in una ex casa di contadini a Lastra a Signa, usata per il ‘falso scudo’. La società sarebbe stata a sua volta collegata a due società di capitali di Victoria (Seychelles), anche intestate al manager.
Secondo l’inchiesta coordinata dal pm Christine von Borries, tutto il meccanismo era a beneficio del venditore dell’hotel – che in istruttoria ha patteggiato – e finalizzato a giustificare, appunto, uno ‘scudo fiscale’ per far emergere i denari ottenuti dalle cessioni: redditi su cui non sono state pagate imposte ‘piene’ ma ‘solo’ la quota, ben inferiore, prevista con lo scudo fiscale, con evidente vantaggio – non lecito – per il venditore.

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Forte dei Marmi

ultimo aggiornamento: 30-04-2016


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