Non sa ancora se quella contro il Foligno sarà stata la sua ultima gara da tecnico del Viareggio allo stadio “dei Pini”, dilemma che al momento non vuole porsi, “anche perché sarà la società a fare tutte le valutazioni del caso e decidere se confermarmi o scegliere un altro allenatore”. Alessandro Pierini si gode relativamente il 3-0 – curiosità: è lo stesso punteggio con cui le zebre salutarono il loro pubblico anche lo scorso anno, 3-0 al Lammari – perché da affrontare ci sono svariati argomenti che legano passato, presente e inevitabilmente futuro. Suo e della squadra.

“Siamo stati bravi a sfruttare gli episodi, poi quando loro si sono allargati noi abbiamo colpito approfittando degli spazi liberi”, la rapida analisi del tecnico. Che spera di rivedere lo stesso Viareggio contro il Gubbio “avversario che ha disputato un campionato eccezionale, giocheremo senza assilli di classifica”.

Tempo di bilanci, di riflessioni e di confronti. Pierini focalizza ciò che più ha apprezzato di questa stagione ormai prossima ad essere consegnata agli archivi e ciò che invece non ha gradito. “Mi è piaciuta la disponibilità di tutto il gruppo e la professionalità di quei giocatori come Reccolani, Fiale e Guidi che a turno hanno trovato meno spazio, ma che hanno aiutato sempre me ed i compagni. Sicuramente avremmo dovuto soffrire meno per raggiungere il nostro obiettivo. Sapevamo che questa sarebbe stata una stagione di transizione e di assestamento dopo la vittoria del campionato l’annata passata”.

Possono le assenze rappresentare un alibi? Quella di Rosati ha pesato enormemente nell’economia di un campionato nel quale per lunghi tratti le zebre hanno dovuto rinunciare al loro fuoriclasse: “Fabio è il giocatore in rosa col maggior tasso tecnico e quando è stato in campo lo ha dimostrato. Purtroppo la sua defezione si è sommata a quella di Bruzzi e Rubino, sino a quando lo abbiamo avuto. Di fatto tutti gli infortuni si sono concentrati in un unico reparto e quasi tutti nel girone d’andata”.

Dopo una lunga carriera da difensore, Pierini ci teneva in particolare che il reparto arretrato subisse pochi gol. Ed in questo è stato accontentato. “Dietro siamo stati solidi. Di contro, però, siamo mancati in cinismo e concretezza in avanti. Lì c’è qualcosa da cambiare, anche se tutto il gruppo è cresciuto. Pedruzzi ha compiuto enormi progressi anche se tecnicamente deve migliorare, Diana ha corretto il suo atteggiamento e si è dimostrato affidabile, Cipriani è stato uno dei migliori portieri del girone, Bartolini era venuto qui con altre referenze ma poi abbiamo scoperto che in mezzo può far bene, peccato per l’infortunio”.

Una stagione di alti e bassi, da partite da ricordare ed altre da dimenticare. “Le due col Montecatini sono state le migliori. Venivamo da brutte prestazioni ed entrambe le volte abbiamo dimostrato di avere gli attributi. Quella con la Pianese al ritorno è stata la peggiore. Non ci furono voglia e carattere”.

Alla fugace esperienza di Camaiore ha fatto seguito quella al Viareggio, la squadra della sua città. Una sfida affascinante, ma con tante trappole. “Non è stato facile, anzi è stato difficilissimo. Perché se a cose normali le critiche sono all’ordine del giorno, a Viareggio ancora di più. La tipologia del viareggino è questa: anziché sostenerti, cerca di vedere gli aspetti negativi. Io non vedo i commenti su Facebook, ma c’è chi me li riferisce. Io non mi sento di rispondere, ognuno è libero di esprimere la propria opinione, anche se a volte c’è chi mi ha mancato di rispetto. Io evito di replicare”.

Non si sottrae, infine, ad un giudizio personale. “Sono stati commessi tanti errori, ma l’obiettivo alla fine è stato raggiunto. Io sono molto autocritico, so cosa ho fatto bene e cosa no, mi do una sufficienza perché la salvezza è stata centrata, ma per le modalità né io né di conseguenza la squadra meritiamo un voto più alto”.

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ultimo aggiornamento: 02-05-2016


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