“Le recenti notizie riguardanti gli sfratti alle “case parcheggio” hanno permesso a molti di accorgersi che a Pietrasanta, così come in tanti altri Comuni d’Italia, la crisi non è passata, anzi.” Lo scrive il Movimento 5 Stelle di Pietrasanta.

“Nonostante la gestione della patata bollente sia stata a nostro avviso errata sia prima (non far pagare niente e non proporre un lavoro socialmente utile in cambio del servizio) che dopo (progetto che stanzia 500€ sulla carta alle famiglie in difficoltà, che diventano 200 perché 300 sono automaticamente detratte per coprire il buco precedentemente creato) il problema dell’emergenza abitativa sta nei numeri e non nei proclami.

Mentre quasi 150 famiglie sono in attesa di un tetto ed i progetti dell’amministrazione al momento aiutano in parte le famiglie ed in parte a ripianare la sopra citata mancanza, la nostra mozione sul baratto amministrativo approvata in consiglio comunale rimane dimenticata in qualche cassetto.

Risulta ormai chiaro che gli investimenti sul sociale non sono sufficienti e bisogna pensare ad un piano serio per l’emergenza abitativa, quella reale, iniziando da strumenti di prevenzione dello sfratto, valutazione di situazioni di presenza o rischio di insorgenza di stati patologici che possano esporre i soggetti a problemi psicologici più seri (depressione o dipendenze) e percorsi di recupero dell’autonomia patrimoniale.

Identificare e ridefinire spazi di proprietà del comune per il social housing, per una edilizia popolare che limiti le nuove costruzioni dove possibile e la valorizzazione del cohousing, ovvero insediamenti abitativi privati corredati da ampi spazi comuni destinati all’uso condiviso sono possibilità da studiare ed auspicabilmente realizzare.

Queste idee, con forte trazione ecosostenibile e sociale, aiuterebbero molto a risolvere le emergenze e definire spazi di integrazione e socializzazione limitando gli effetti di un fenomeno, la crisi, che non pare destinato a finire nel breve periodo ed i cui costi sociali e sanitari stanno sempre più pesando sulle spalle dei cittadini che perdono il lavoro o sono costretti ad accettare lavori sottopagati ed usuranti per riuscire a mantenere la famiglia.

Ovviamente se queste iniziative non fossero sufficienti a soddisfare le esigenze dei più bisognosi il Comune dovrebbe progettare la costruzione di case popolari ecosostenibili, sfruttando tutte le opportunità che la bio-ediliza ci offre oggi, al fine di assicurare un tetto a chi ne ha reale necessità con una visione a basso impatto ambientale per una comunità che deve riscoprirsi tale.

Considerato che fino a poco tempo fa sembrava che le casse comunali fossero vuote, ma oggi si vedono molti interventi che mirano a “ritinteggiare la facciata”, chiediamo che si investa il più possibile per aiutare tutti quei soggetti che per anni hanno fatto le formiche operaie di una collettività ricca ed oggi si trovano ai limiti della società perché non hanno la stessa disponibilità economica di prima.”

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