Addio ad Armando Sechi, giudice mai dimenticato negli ambienti giudiziari lucchesi e fiorentini per l’altissimo profilo morale e la professionalità. 90 anni, in pensione da 18, il magistrato è deceduto venerdì 3 giugno all’ospedale di Lucca, dove era stato ricoverato una settimana fa per complicazioni respiratorie.

Figlio di un soldato sardo e di una ragioniera veronese, Sechi era nato a Verona. Cresciuto a Genova, non potè sostenere la maturità classica a causa della guerra, riuscendo poi a conseguire la laurea in giurisprudenza – una volta finito il conflitto mondiale – addirittura prima dei termini.  Divenuto giovanissimo magistrato, iniziò la carriera nel ramo civile per poi scegliere definitivamente il penale. Dopo i primi incarichi ad Alessandria e all’Aquila, approdò all’allora Pretura di Lucca, città che diventò il suo luogo di residenza e, per moltissimi anni, di lavoro. Fu infatti giudice civile al Tribunale e poi presidente della Corte d’Assise di Lucca prima di essere chiamato a presiedere la Corte d’Assise e il Tribunale di Firenze, dove rimase fino alla pensione.

Nel capoluogo regionale tra i tanti processi da lui presieduti almeno tre da ricordare: la strage del rapido 904, l’omicidio Conti e le bombe del 1993 in via dei Georgofili, a San Giovanni in Laterano e via Sauro. Per la prima – avvenuta il 23 dicembre 1984 nella galleria tra Firenze e Bologna, vicino a San Benedetto Val di Sambro, diciassette morti e 267 feriti – Sechi condannò all’ergastolo Pippo Calò e altri mafiosi. La condanna fu confermata in appello, ma annullata in Cassazione e poi di nuovo confermata nell’ulteriore processo.
Per l’omicidio di Lando Conti, l’ex sindaco di Firenze ucciso dalle Br nel 1986, Sechi inflisse agli imputati tre ergastoli e trent’anni di reclusione, mentre con grande rammarico non potè terminare il processo relativo alle stragi del 1993 – sul banco d’accusa, tra gli altri, Bernardo Provenzano, Totò Riina e Matteo Messina Denaro – per la sopraggiunta pensione. Dopo la quale dedicò il tempo libero al sostegno e alla reintegrazione dei detenuti ed ex detenuti con il Gruppo Volontari Carcere di Lucca, in special modo nel progetto della Casa S. Francesco, struttura di prima accoglienza e avviamento al lavoro gestita dallo stesso gruppo.

Sechi lascia i figli Alberto, che vive a Viareggio, Silvana, Anna e Lella, oltre a otto nipoti e due pronipoti. I funerali si svolgeranno lunedì 6 giugno alle 16 nella chiesa di S. Alessio. Al termine del rito funebre, l’ultimo saluto nel cimitero di San Martino in Vignale, dove il giudice riposerà per sempre accanto all’amata moglie Liliana Kostner, scomparsa tre anni fa e con la quale si era unito in matrimonio nel 1951.

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ultimo aggiornamento: 04-06-2016


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