“Perché il centrodestra ha perso a Seravezza”

“Le elezioni di Seravezza sono andate male per noi, questo è un fatto. Ed il primo a farsi carico delle proprie responsabilità voglio essere proprio io, che da candidato capolista speravo, anzi dovevo, fare molto meglio”. Lo scrive Francesco Speroni, candidato al consiglio comunale a Seravezza che – ci tiene a precisare – parla a titolo personale e non a nome della lista “Idee in Comune” né della Lega Nord.

“Era dura nel capoluogo sfidare Andrea Giorgi e Stefano Alessandrini, che sono entrambi forti e lo si è visto nell’urna, ma di sicuro io avrei dovuto lavorare di più ‎e meglio. L’esito elettorale dice che non l’ho fatto e di questo mi assumo per intero la responsabilità scusandomi col mio candidato Riccardo Cavirani, con i miei compagni di lista e col mio partito, la Lega Nord.

“Nella sostanza condivido l’analisi di Massimo Mallegni – la nostra lista doveva avere una connotazione politica più chiara – al quale ricordo anche che Riccardo Cavirani nei mesi passati ha sempre ripetuto ‘Se si affaccia una candidatura più forte della mia, sono pronto a fare un passo indietro’. La supposta autoimposizione della candidatura Cavirani è stato pertanto un processo coadiuvato dall’oggettiva mancanza di candidati alternativi, dei quali si è parlato tanto per mesi ma che alla fine non si sono mai presentati.‎ Per conto suo, Riccardo usciva da cinque anni di opposizione, ha l’età e la preparazione giusta, ed è stato l’unico a non aver avuto paura di metterci la faccia.

“Trovo invece più imbarazzante l’uscita al fiele di Piercarlo Dal Torrione che, come un novello Maramaldo, oggi si compiace nell’infierire sullo sconfitto: evito di commentare questo gesto che in realtà si commenta da solo. Se davvero Dal Torrione ci teneva a fare il candidato sindaco poteva scendere dal suo “torrione” d’avorio e proporsi quando era il momento di farlo: tutti l’avrebbero ascoltato volentieri, io per primo. Invece non l’ha fatto, preferendo farsi rappresentare – e solo all’ultimo momento – da uno sgangherato manipolo di ascari che si autodefiniscono fascisti. Un comportamento che alla fine ha aiutato Tarabella a vincere.

“Sì, il centrodestra italiano sa farsi del male da solo come nessun altro. All’alto obiettivo politico, che stavolta era raggiungibile, si è fatto prevalere il meschino personalismo, l’antipatia dichiarata (leggi “invidia”) che alcuni capobastone della destra locale nutrono verso Cavirani, giudicato troppo ambizioso e troppo liberale. Due caratteristiche che per me sono pregi e non difetti. Alla fine questo manipolo destrorso ha ottenuto ciò che voleva: la sconfitta di Cavirani e la vittoria di Tarabella. Bravi davvero.

“‎Per ciò che riguarda la mia lista, abbiamo pagato l’inesperienza dei più e l’ingenuità di molti a discapito della furbizia e dell’astuzia di una sola, che prima era quasi riuscita a spaccare la lista e farla esplodere, e poi ha in qualche modo ottenuto così tante preferenze da essere l’unica di noi che entra in consiglio comunale assieme a Cavirani. Elena Luisi non mi rappresenta. E lo sa da tempo. Riconosco la sua bravura nell’ottenere tutte quelle preferenze che certamente le danno il pieno diritto di entrare in consiglio comunale: per me però questo è solo un problema in più per il centrodestra seravezzino e una ragione in più perché il PD sorrida. Questo è ciò che penso in questo momento; spero caldamente che i fatti e la Elena in primis mi smentiscano in maniera inequivocabile. Sarò il primo a rallegrarmene”.

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