Identità alterate. Corpi umani sospesi e visioni celate, realtà e dissonanze, metafore e sguardi rivolti al futuro: le opere scultoree di Emanuele Giannelli rivelano una verità che è “altro” rispetto al mondo che conosciamo. Una ventina di queste opere – realizzate in resina, in bronzo e terracotta – costituiscono il percorso espositivo della mostra “Identità alterate” dell’artista romano di nascita ma pietrasantino d’adozione, in mostra da oggi (sabato 11 giugno) a Villa Argentina, a Viareggio.

Dopo la personale di Ivan Theimer che ha chiuso i battenti lo scorso aprile, quindi, l’edificio liberty di via Fratti di proprietà della Provincia di Lucca accoglie ora nelle proprie splendide sale una mostra curata da Niccolò Bonechi che sarà visitabile fino al 31 luglio. L’evento è promosso dalla Provincia di Lucca con il patrocinio dei Comuni di Lucca, Viareggio, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza e Camaiore.

All’anteprima per la stampa erano presenti, oltre all’artista, il curatore Niccolò Bonechi e il consigliere delegato della Provincia Nicola Boggi.

Il titolo dell’esposizione – “Identità alterate” – fa riferimento alla ricerca dell’artista, tesa a rappresentare esseri dalle sembianze umane, ma appartenenti ad una realtà “altra”, futuribile. Le sue figure, infatti, presentano elementi di dissonanza, metafora della difficoltà dell’uomo d’oggi ad affrontare la propria contemporaneità. «Identità alterate – spiega il curatore – è una mostra monografica dell’artista Emanuele Giannelli, non un’antologica, da cui peraltro si è cercato di prendere nettamente le distanze. Non vi è qui autoreferenzialità, tanto meno alcun intento celebrativo. Giannelli è un artista che non ha tempo per guardarsi alle spalle, ma punta deciso verso nuove opportunità: tramite il medium della scultura, intende indagare gli sviluppi della società contemporanea, avendo pur sempre come riferimento unico l’essere umano».

Identità alterate, il percorso espositivo – con le opere tutte realizzate dal 2009 al 2016 – si sviluppa al primo e al secondo piano della villa liberty restaurata dalla Provincia di Lucca. Dai lavori museali (“Mr Kiribaty”, 2016), allestiti nel salone centrale, ad “Haida” (2009), “I visionari” (2012), “Sospesi” (2014), “Dizzy two” (2014) e “Polaroid” (2015). Opere caratterizzate da un’anatomia mutante, gruppi scultorei in cui la figura umana viene replicata perché, dichiara l’autore, «l’uomo è produttore ed allo stesso tempo consumatore, oggetto che fa mostra di sé all’interno dello scaffale di un supermercato».

L’artista Giannelli ha già collaborato con la Provincia di Lucca quando, nel 2013, a Palazzo Ducale a Lucca, sede dell’amministrazione, ha esposto sotto le volte dei cortili “I sospesi 2009-2013”, sculture realizzate in resina.

La mostra a Villa Argentina, realizzata con il contributo della Banca di Credito Cooperativo Versilia, Lunigiana e Garfagnana della Versilia e de ‘La Stanza dei Bambini’ (Forte dei Marmi e Querceta), sarà visitabile fino al 31 luglio da martedì a sabato con orario 10-13 e 16-24, la domenica 16-24, chiuso lunedì. Ingresso libero.

Identità alterate, la presentazione del catalogo bilingue italiano/inglese con un testo di Niccolò Bonechi si terrà domenica 3 luglio con una performance di danza del gruppo Keos Dance Project.

Per contattare la sede espositiva: T. +39 0584 48881, [email protected] – Per maggiori

informazioni: T. +39 366 1843396, [email protected], www.emanuelegiannelli.it

Emauele Giannelli nasce a Roma nel 1962. Nel 1981 si trasferisce in Toscana, dove si laurea all’Accademia di Belle Arti di Carrara, sezione Scultura. Nel suo lavoro ha espresso contenuti che vanno dalla pop art all’industriale, ripetizioni seriali dove l’uomo, ingranaggio, ha comunque il suo centro. In seguito la sua ricerca artistica si è indirizzata verso la cultura cibernetica: visioni aeree di città industriali, scenari alla Philip K. Dick dove l’uomo è costretto continuamente a ridiscutere il proprio ruolo e la propria esistenza. I materiali prediletti da Giannelli sono anche oggetti di recupero: scarti di una società industriale e consumistica che divora a ritmo vertiginoso i propri prodotti.

Negli ultimi anni, a partire da “Sospesi” ed “Haida”, è ritornato alla figurazione classica. Lavora gesso, resina, bronzo e terracotta. Ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’estero. Tra le recenti personali si segnalano “To lie or not to lie” (Galleria Emmeotto, Palazzo Taverna, Roma, 2015), “Piccole opere” (Marina di Carrara, 2015), “To lie or not to lie” (Palazzo Collicola, Spoleto, 2015). Tra le recenti collettive, “Collettiva” (Galleria Numero 38, Lucca, 2015), “Guerra e Pace” (La Spezia, 2015, a cura di Mara Borzone), “Imago Mundi” (Fabrica, Torino, 2015, a cura di Luca Beatrice), “La scultura è una cosa seria” (Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia, 2016, a cura di Niccolò Bonechi). Vive e lavora nelle vicinanze di Pietrasanta.

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