“Dove la dobbiamo cercare la verità se non al processo? Al di là della prescrizione, che incombe minacciosa dopo sette anni e che non renderà giustizia, cosa dobbiamo fare? Lo abbiamo chiesto a tutti: Presidente della Repubblica, Ministero, Governo. Torniamo a chiederlo oggi, nella sede del Consiglio regionale della Toscana: dove la dobbiamo cercare?”. È la domanda, straziante, che Daniela Rombi e Marco Piagentini, hanno rivolto dai banchi dell’Aula di palazzo Panciatichi. Su iniziativa del presidente Eugenio Giani, che ha accolto la richiesta dei consiglieri Stefano Baccelli ed Elisa Montemagni di proiettare il corto “Ovunque proteggi” nel corso della seduta di oggi, martedì 21 giugno, presidente e vicepresidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio hanno raccontato, con la compostezza che li contraddistingue, una “vita che non abbiamo più”.

Il cortometraggio del regista Massimo Bondielli, scritto insieme a Luigi Martella e prodotto dalla Caravanserraglio Film Factory, ha vinto il premio di miglior documentario al Global Short Film Awards di New York, ma questo poco importa ai familiari delle vittime. “Questo documentario – hanno detto Rombi e Piagentini – racchiude tutta la nostra vita che dopo quella notte non esiste più. Continueremo a cercare la verità, continueremo a volere giustizia” hanno detto stigmatizzando la scelta, “incomprensibile”, dello Stato di non costituirsi parte civile.

“Immediato, duro, diretto. Ha coinvolto tutti noi e non potrebbe essere stato altrimenti” ha detto il presidente Giani a fine proiezione. “Lo abbiamo voluto qui, nella sala del Consiglio, perché interpretiamo la voglia di giustizia di tutti i toscani”. “Nessuno può accettare che tutto questo affoghi nei cavilli degli avvocati, nelle aule di un tribunale e nella prescrizione che vorrebbe giustificare l’ingiustificabile” ha continuato il presidente. “La nostra è e resterà una solidarietà decisa con la ferma convinzione che una sentenza dovrà essere scritta prima del dicembre prossimo. Nessun altro comportamento o atteggiamento potrà essere giustificato”. “Il prossimo 29 giugno – ha concluso Giani – saremo presenti come istituzione e se nel corso dell’evolversi della vicenda, dovesse emergere l’esigenza di prendere posizione, la assumeremo con impegno”.

“Faccio mie le parole del presidente Giani e condivido la voglia di verità della Toscana” ha detto il governatore Enrico Rossi. “Ci faremo carico dei provvedimenti necessari a scongiurare la prescrizione”. “Appena questa mattina – ha detto – ho firmato la lettera di rifiuto di due milioni di euro offerti dall’assicurazione per venire meno dal processo. Continuiamo a stare al fianco delle famiglie delle vittime per trovare e dare piena giustizia e per individuare i responsabili”.

“Ci adopreremo perchè la rassegnazione non vinca e perché prevalga la voglia di verità e giustizia” ha dichiarato Gabriele Bianchi. “Siamo a disposizione e faremo tutto ciò che è in nostro potere anche per togliere definitivamente il condizionale dal nome della vostra associazione”.

“I treni non esplodono. Ci sono precise responsabilità, non esistono fatalità e anche noi, con forza, chiediamo verità e giustizia” ha detto Tommaso Fattori che ha criticato la scelta dello Stato di non costituirsi parte civile. “È un pessimo segnale” ha rilevato rivolgendo l’invito ad “andare al fondo, ai nodi veri della strage e alle cause di questa tragedia”.

“Chiunque abbia visto via Ponchielli i giorni successivi a quel 29 giugno non aveva alcun paragone se non quello dello scoppio di una bomba” ha detto Stefano Baccelli cercando, “in qualche modo, nello stillicidio e nel dolore di questa vicenda giudiziaria, di dare la misura di quello che è accaduto a Viareggio”. “Nelle parole dei familiari delle vittime – ha continuato – non ci sono desideri di vendetta. C’è solo il bisogno di una risposta sulla responsabilità umana che senz’altro esiste e la risposta non può essere la fatalità o la prescrizione” ha concluso ricordando come Viareggio “non sia diventata una strage della Repubblica Italiana”.

“Troppo poco si è parlato di questa strage. È un atto dovuto e di rispetto raccontarla anche per fare in modo che non si ripeta più” ha detto Elisa Montemagni. “Oggi siamo persone nelle istituzioni e come tali, insieme ai familiari delle vittime, chiediamo e rivendichiamo il diritto di avere verità e giustizia”.

“Le istituzioni hanno delle colpe in questa vicenda. Dobbiamo attivarci perché non vengano più commessi gli stessi errori e per evitare che chi ha delle colpe amministrative e politiche non continui a fare carriera” è stato il commento di Giovanni Donzelli.

“Oggi parliamo di diritti e valori. Giustizia deve essere fatta e le responsabilità devono emergere” ha detto Stefano Mugnai. “Lo Stato deve mettersi al fianco dei cittadini che cercano, legittimamente, i responsabili. Lo dobbiamo alle vittime di Viareggio ma anche a tutto il Paese”.

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