“Ci sono elementi che alzano la soglia del rischio, ma l’eventuale intervento in Libia non incide in termini concreti. La politica estera deve tenere conto del tante variabili, dei rischi e delle conseguenze. Da tecnico però affermo che non esiste una immediata e necessaria consequenzialità per questo tipo di situazione”. Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli intervistato al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta (LU) rispondendo alla domanda su un eventuale intervento armato in Libia e sulle sue conseguenze a livello di sicurezza interna in Italia. “Uno dei motivi ricorrenti della propaganda jadista è il tema cristianità: se esistesse un automatismo tra l’elemento che può amplificare l’esposizione al terrorismo e la realizzazione di un atto, forse già saremo colpiti da chissà quanto tempo”. Tanti i temi toccati dal numero uno della Polizia ed ex numero uno della Protezione Civile. Ad ascoltarlo un parterre d’eccezione dal Prefetto di Lucca Giovanna Cagliostro ai sindaci di Pietrasanta Massimo Mallegni e Forte dei Marmi Umberto Buratti. Tutto esaurito al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta con tanta stampa nazionale e locale (dall’Ansa a Sky a Mediaset passano per AsKaNews, 50Canale e diverse altre testate) arrivati in Versilia appositamente per ascoltare Gabrielli, per un incontro condotto da Roberto Bernabò, direttore de Il Tirreno.

  Gabrielli e il fenomeno migratorio

“Sono dell’idea – ha affermato Franco Gabrielli – che non possiamo accogliere tutti. Giusta la filosofia adottata dall’Europa, quella di impegnarsi a porre condizioni nei Paesi di provenienza. Questo è l’unico modo per avere due risultati. Ossia che queste persone non siano poste in pericolo, e in sofferenza e in pericolo di morte, ed evitargli di arrivare in una condizione in cui l’integrazione è tutt’altro che garantita”.

Gabrielli: “I terroristi vogliono che cambiamo stile di vita”

La minaccia terroristica oltre ad essere globale è una minaccia che ha molteplici manifestazioni. Si manifesta attraverso azioni strutturate, pensiamo al 13 novembre in Francia con un gruppo di fuoco organizzato, ma anche attraverso i cosiddetti lupi solitari, non necessariamente radicalizzati o affiliati allo stato islamico, frutto invece molto spesso della marginalità in cui vivono”. Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli intervistato al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta (LU). “Tutti dobbiamo avere la consapevolezza che viviamo una minaccia, che possiamo essere oggetto e obiettivo di questa minaccia. Il che però non significa che dobbiamo mutare la nostra vita. Il prezzo che non dobbiamo pagare è mutare il nostro stile di vita, perché questo tipo di terrorismo mira a questo”.

Emergenza migranti a Ventimiglia

“Non è giusto che una piccola cittadina come Ventimiglia sia costretta a patire una situazione che incide pesantemente sulla vita di quella comunità”. Lo ha detto Franco Gabrielli, capo della Polizia, a Marina di Pietrasata.

“A Ventimiglia il problema è semplice nella sua complessità. Ci sono persone che non vogliono rimanere in Italia, il loro obiettivo è quello di andare dall’altra parte. Dall’altra parte trovano un Paese che ha avuto qualche problema serio di terrorismo, che ha una ipersensibilità a tutto quello che attiene l’immigrazione che non riesce a controllare, e che ha assunto una posizione molto rigida.

Queste persone le spostiamo in altre parti del territorio nazionale, anche se poi da lì probabilmente riprenderanno il loro cammino”.

foto VT
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 Franco Gabrielli: “Servono nuove leggi sui minorenni”

“Per quanto riguarda la migrazione – ha detto Franco Gabrielli – i minori non accompagnati rappresentano un problema serio, che grava tutto sui Comuni. Dovremmo essere più pratici. Noi rapportiamo il concetto di minore a quello della nostra legislazione, ossia alle persone che non hanno superato i 18 anni di età. Ma le persone che ci troviamo di fronte, che hanno 15-17 anni, sono adulti. Da un punto di vista normativo dovremmo adeguarci. Spesso la nostra rigidità nasce dal fatto che affrontiamo il problema con il nostro punto di vista. Su alcune questioni invece dobbiamo prendere coscienza della situazione, e modellare òa legislazione fatta per determinati contesti di 20-30 anni fa, rispetto all’esigenza di oggi”

 La Guardia costiera aumenta il livello di guardia

“L’aumento del livello di guardia fatto dalla Guardia costiera – ha spiegato all’Ansa Franco Gabrielli – non ha nulla a che fare con i discorsi Libia sì, Libia no. Il provvedimento è scaturito da una recente riunione del comitato interministeriale nella sua forma ristretta per la sicurezza marittima e dei porti, nei quali i vari soggetti hanno preso la decisione, per il contesto complessivo che stiamo vivendo, di innalzare i livelli dei controlli. Il che significa che aumentano le percentuali dei controlli che avvengono nei porti e nel momento degli sbarchi. Quindi non c’è nulla di specifico e nulla che attenga al discorso Libia sì Libia no. E’ una presa d’atto di una situazione complessiva, credo che questo vada nel senso degli sforzi che stiamo compiendo in tutti gli ambiti per aumentare il più possibile il livello di sicurezza”.

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ultimo aggiornamento: 12-08-2016


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