Fratelli d’Italia: “E le 675 schede sparite? Del Ghingaro dialoghi”

Fratelli d’Italia interviene sulla questione della sentenza del Consiglio di Stato che rimette sulla poltrona di sindaco Giorgio del Ghingaro a Viareggio: “Con stupore e amarezza accogliamo la sentenza del Consiglio di Stato, che ad una prima nostra lettura sembra assumere caratteristiche e contorni più di natura politica che di diritto. Abbiamo sempre sottolineato come da parte nostra la questione fosse legata ad un principio di legalità e non a una mera contrapposizione politica e tanto ribadiamo, così come teniamo a rimarcare il rispetto per gli organi dello Stato e le loro pronunce, anche se questa decisione non può in alcun modo trovarci d’accordo stante l’assoluta mancanza di argomentazioni giuridiche e di elementi che portino chiarezza su dove siano finite le 675 schede sparite. Come troppo spesso accade in Italia, purtroppo, si è preferito far finta che non sia accaduto niente e nascondere la polvere sotto al tappeto”.

“Alla luce della totale mancanza di chiarimenti in merito ai fatti accertati diventa difficile considerare totalmente legittime le elezioni amministrative del 2015 e di conseguenza anche il loro risultato, ma nell’ottica del bene di Viareggio auspichiamo che il ritorno di Del Ghingaro e della sua Giunta alla guida della città sia stavolta all’insegna dell’apertura e del dialogo, e non – come accaduto nella prima parte del mandato – del sentirsi esclusivi portatori della verità assoluta, agendo di conseguenza in modo esclusivo. Cogliamo l’occasione per ringraziare il Commissario Fabrizio Stelo per il lavoro svolto in questi mesi e per aver messo mano in modo efficace a situazioni come quelle della piscina comunale o di piazza Dante, ma soprattutto l’Avv.to Massimiliano Baldini e il suo legale Carlo Andrea Gemignani che hanno tentato, purtroppo senza successo, di far prevalere il diritto dei cittadini ad elezioni chiare e certe, una questione di principio generale che purtroppo troppi a Viareggio hanno subordinato ai propri interessi personali”.

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