Bolzano vs. Viareggio 1 – 0

Lo scorso Natale ho fatto un giretto a Bolzano per i Mercatini ed ho colto l’occasione per rivedere qualche parente. Chiacchierando con loro del più e del meno, mi ricordo mia cugina Irmi che, parlando dell’ultima volta che era venuta a trovarmi, ha definito Viareggio “Decadente”.
Parliamo del lontano 2003 quando venne a trascorrere qualche giorno da me in estate. Alla mia domanda sul perchè l’ha definita decadente, ha aggiunto: “Sembra una città che vive sui fasti del passato. C’è tutto, i palazzi Liberty, la Passeggiata, gli Yacht, gli Stabilimenti Balneari, ma non mi sembra particolarmente vivace. E neanche tenuta bene”.

Così, dopo questa chiacchierata, girando per Bolzano ho cercato di guardarla con occhio più critico, comparandola con Viareggio.
Ebbene, il confronto allo stato attuale, è abbastanza impari. Facciamo un breve riassunto:
Si arriva in auto e subito, anche senza navigatore, si sa dove andare. All’ingresso del centro si scompare dentro alcuni enormi garage sotterranei e, con un semplice ascensore, si arriva davanti alla WalterPlatz.
Curatissima, al limite del maniacale. Non un tassello di porfido fuori posto, nè una breccia negli intonaci, neanche una cartaccetta in terra. Esagerato forse ma decisamente positivo per una prima impressione.
Tralasciando i Mercatini, ho fatto un giro in centro e poi lungo il fiume Talvera. Bei negozi, alcune griffe multinazionali e molti ma molti negozi tradizionali. Ho addirittura ritrovato lo stesso negozietto di trent’anni fa che vende solamente babbucce in lana cotta.

Stessa situazione lungo il Talvera, erba rasatissima, giochi per i piccoli in ordine e recenti, bar e chioschetti con i tavolinetti fuori, cestini della carta ad ogni angolo e solo qualche foglia d’acero in terra.
Tornato in centro, passando per i Mercatini, ho notato molti ma molti extracomunitari. Strano, direi, ma, nello stesso tempo, ho visto, discretamente celate, otto fra volanti e camionette della Polizia e dei Carabinieri. Infine mi sono fermato a cena nel solito Ristorante tipico, identico da quarant’anni.
Ecco, se devo dare un giudizio di tutto ciò in una sola parola direi “Stabilità”. Detto così potrebbe avere anche un’accezione negativa, tipo monotonia, ma indubbiamente ha dei vantaggi. Spieghiamoci meglio, visto che Bolzano la conosco non solo da turista.

E’ una città turistica esattamente come Viareggio, che valorizza la propria identità esattamente come la Perla del Tirreno. Ma lo fa meglio.
Non sto ad elencare le iniziative culturali continue e ben pubblicizzate, nè la velocità con cui i camioncini del comune ritirano la spazzatura (differenziata). Un solo esempio:
Sono andato in Comune per un certificato anagrafico e pareva di entrare in una multinazionale. Una signorina alla Reception mi ha velocemente indicato l’ufficio preposto, sono giunto alla porta e non c’era nessuno in coda. Sono entrato e gli impiegati erano tutti al lavoro, non c’era una sola scrivania vuota. Nel giro di due-tre minuti, ho ritirato il necessario.

Anche tutto l’arredo urbano è estremamente curato e sono sicuro che, in Comune a Bolzano, non avvengono le nostrane “Battaglie dei Dehors”. I negozi, alcuni dei quali vantano un’esistenza centenaria, non sono soggetti a quel tragico turnover tipico di qui, dove anche il più inesperto apre un’attività destinata a chiudere nel giro di tre mesi.

La gente in centro è, ovviamente, ben vestita ed educata e non si vedono torme di turisti pendolari in canottiera e ciabatte come da noi ma, anche in periferia, si respira un’aria da cittadina tranquilla e la sera, per quanto permettano le temperature, si gira per vie ben illuminate a bere una birra nei locali, quasi tutti aperti.

Certo non ci sono i Rioni, non c’è il Carnevale nè le feste sul mare ma mancano pure le sparatorie in Piazza Stazione, gli accoltellamenti in pineta, le battaglie dei passeggini e le cordate per salvare un clochard.
Preferire l’una o l’altra è una questione di gusti. Può effettivamente sembrare monotono fare il proprio lavoro, subentrare nel negozio del padre e del nonno, studiare sodo e poi trovare impiego in uno studio professionale, sposarsi e rimanere assieme fino alla pensione ma indubbiamente, in un’ottica puramente utilitaristica, non disperde risorse e permette di concludere la propria esistenza con qualche risultato.
Proprio come il Ristorantino caratteristico, identico da quarant’anni ma diverso. Sempre più curato, sempre più arredato, sempre accogliente e sempre gli stessi prezzi, visto che i guadagni li fa sul lungo termine.
E, soprattutto, sempre pieno di turisti, cosa che a Viareggio non accade più da decenni.

Alessio Salimbeni

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ultimo aggiornamento: 05-02-2017


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