ANNI ’60. Anni del miracolo economico italiano. Il paese vede rosa per il futuro. Un miracolo economico (il pil cresce a due cifre) che fa da locomotiva anche alla Coppa Carnevale. Il torneo di Viareggio entra nei cuori della gente e da tutto il mondo arrivano le richieste di partecipazione alla manifestazione creata nel dopo-guerra dal Cgc Viareggio. Cresce anche il pubblico in virtù anche della ristrutturazione dello stadio dei Pini.

13. EDIZIONE – 1961 – JUVENTUS
Sedici formazioni ai nastri di partenza. Fra le straniere spicca il Bayern di Monaco che presenta fra i pali Sepp Maier, futuro numero uno della Germania per quasi tre lustri. Brillano anche altre stelle, stavolta italiane a cominciare da Giacinto Facchetti e Mario Corso nell’Inter, Dino Zoff nell’Udinese, senza dimenticare Giobatta’ Lodetti nel Milan. Nella Juventus ci sono Gabetto (figlio d’arte) e Stacchini, destinati alla serie A. Alle semifinali approdano Juventus, Milan, Vicenza e Inter.
LA FINALE: Juventus-Vicenza 2-0
IL CAPOCANNONIERE: Brigo (Inter) 5
IL GIOCATORE SIMBOLO: Cavallito (Juventus) Segna una doppietta decisiva nella finalissima. Appare destinato a diventare un big assoluto della Vecchia Signora ma in prima squadra c’è un certo Sivori. Così deve ‘consolarsi’ in serie B e C. Peccato perché il talento del fantasista piemontese era di prima qualità.

14. EDIZIONE – 1962 – INTER
Per la prima volta alla Coppa Carnevale arriva lo squadrone del Barcellona ma gli spagnoli non faranno troppa strada, sconfitti per due volte nel turno eliminatorio dal Bologna. E’ però l’Inter – che dispone nel suo organico di Mazzola e Boninsegna – che fin dalla prime battute dà l’impressione di avere una marcia in più. Fra i giovani emergenti nella Sampdoria spicca il difensore Francesco Morini, futuro juventino. In semifinale accedono Inter, Torino, Milan e Inter.
LA FINALE: Inter-Fiorentina 2-1
IL CAPOCANNONIERE: Veneranda (Fiorentina) 6
GIOCATORE SIMBOLO: Mazzola (Inter) Ha le stimmate del campione: è figlio d’arte, il padre Valentino è una leggenda del calcio mondiale, scomparso nella tragedia di Superga. Con l’Inter, tre anni dopo, sarà protagonista e vincitore della Coppa dei Campioni al Prater di Vienna.

15. EDIZIONE – 1963 – SAMPDORIA
Ancora sedici formazioni al via in rappresentanza di otto nazioni: il lotto italiano è molto qualificato, fra le straniere il sorprendente Daring Bruxelles elimina il Milan al primo turno. Ci sono in campo molti talenti (nell’Inter spiccano ancora Mazzola e Boninsegna, ma anche Landini e Facchetti): i nerazzurri puntano al bis. Ma l’obiettivo non viene centrato. E’ la Sampdoria l’ammazza-campioni in carica. In semifinali arrivano oltre a Samp e Inter anche Bologna e Dukla Praga
LA FINALE: Sampdoria-Bologna 2-1.
IL CAPOCANNONIERE: Boninsegna (Inter) 5.
IL GIOCATORE SIMBOLO: Frustalupi (Sampdoria) Un centrocampista dotato di senso euclideo del gioco ma anche con la capacità di segnare gol pesanti. Diventerà una bandiera della formazione blucerchiata.

16. EDIZIONE – 1964 – DUKLA PRAGA
La pattuglia straniera si presenta molto agguerrita. Non c’è solo il Dukla Praga a dare filo da torcere alle italiane. Anche gli ungheresi del Ferencvaros possiedono qualità e individualità. Il Bologna cerca il colpo grosso del primo successo a Viareggio, Ma non gli riesce pur centrando il traguardo delle semifinali con Roma, Dukla e Ferencaros.
LA FINALE: Dukla Praga-Bologna 2-0
IL CAPOCANNONIERE: Nemeth (Ferencvaros) 5
IL GIOCATORE SIMBOLO: Vesely (Dukla Praga) Centrocampista talentuoso: classe da vendere e estro in fase offensiva. Diventerà ben presto titolare nel club e anche nella nazionale del suo paese.

17. EDIZIONE – 1965 – GENOA
Un torneo spumeggiante, ancora una volta ricco di individualità di spicco ma contrastata dal maltempo. Fra le squadre straniere solo gli ungheresi del Ferencvaros riescono ad arrivare alla fase finale assieme a Genoa, Milan e Juventus. Fra i giocatori emergenti brillano le stelle di Bertini (Fiorentina, futuro azzurro), Prati e Maldera del Milan, Furino della Juventus, Agroppi del Torino in prestito al Genoa. Proprio i rossoblù liguri arrivano a scrivere il loro nome sullalbo doro grazie ad un fortunato sorteggio.
LA FINALE: Genoa-Juventus 2-2 (vince il Genoa per sorteggio).
IL CAPOCANNONIERE: Salvi (Milan) 5
IL GIOCATORE SIMBOLO: Furino (Juventus) Uno dei leoni sfortunati della finalissima. Diventerà un simbolo della Vecchia Signora per la sua proverbiale grinta in mezzo al campo con un curriculum ricco di trionfi non solo in Italia.

18. EDIZIONE — 1966 — FIORENTINA
Dopo quasi quattro lustri la Fiorentina riesce a rompere il ghiaccio: un successo comunque sofferto ottenuto ai danni del Dukla Praga in una finalissima ricordata per la pacifica invasione di campo immortalata con una foto che giganteggia nella sede del Centro. La Fiorentina yè-yè vittoriosa ai Pini produrrà anche lossatura della squadra che tre anni dopo vincere il secondo scudetto: Merlo, Chiarugi, Esposito, Ferrante sono gli uomini simbolo. Alla fase finale approdano anche Juventus e Milan.
LA FINALE: Fiorentina-Dukla Praga 2-0
IL CAPOCANNIERE: Petrovic (Partizan Belgrado) 4.
IL GIOCATORE SIMBOLO: Chiarugi (Fiorentina) Per i tifosi era semplicemente cavallo pazzo: estroso, geniale, capace di segnare gol bellissimi, come quello del 2-0 in finale. Dalla Coppa Carnevale spiccò il volo verso la notorietà e la consacrazione a livello nazionale.

19. EDIZIONE – 1967 — BOLOGNA
E ancora un torneo di grandi firme: molti giocatori presenti al Viareggio si preparano a trasformarsi in simboli del calcio del loro paese. Il tedesco Holzenbein (Eintracht Francoforte) diventerà titolare della Nazionale; Carlos Rexach (Barcellona) arriverà non solo ad essere un leader della squadra catalana ma anche della Nazionale; la Stella Rossa di Belgrado presenta Radomir Antic che diventerà un tecnico di prima fascia a livello europeo. Sul campo brilla la stella del Bologna che raggiunge la fase finale con Fiorentina, Milan e Roma. Nelle file degli emiliani brilla anche il portiere Testa, poi protagonista di un cammeo nel film cult Il presidente del Borgorosso Football Club di Alberto Sordi.
LA FINALE: BOLOGNA-FIORENTINA 3-2
IL CAPOCANNONIERE: Alfonseda (Barcellona) 3
IL GIOCATORE SIMBOLO: Roversi (Bologna) Gioca un torneo da protagonista con la ciliegina della torta nella finale dove blocca il temutissimo Chiarugi. Diventerà il capitano (e simbolo) della prima squadra in serie A per una dozzina di stagioni.

20. EDIZIONE – 1968 — DUKLA PRAGA
Il calcio straniero diventa ancora una volta protagonista alla Coppa Carnevale per merito del Dukla Praga: la squadra espressione dellesercito della Cecoslovacchia brilla per la compattezza dellorganico anche se cominciano a circolare perplessità sulletà dei giocatori. Fra le promesse italiane spiccano Bettega e Causio della Juventus, Lippi della Sampdoria mentre nel brilla lattesissimo nazionale Under 21 del Portogallo, Nené al debutto con il Benfica. Alle semifinali arrivano Dukla, Napoli, Vojvodina e Juventus.
LA FINALE: Dukla Praga-Juventus 2-1
IL CAPOCANNONIERE: Bettega (Juventus), Kocourek (Dukla Praga), Nickel (Eintracht Francoforte) e Dolce (Napoli).
IL GIOCATORE SIMBOLO: Bettega (Juventus) Alla Coppa Carnevale dà un primo assaggio della sua bravura, soprattutto di testa. Diventerà una bandiera della Juventus e della Nazionale a suon di gol.

21. EDIZIONE — 1969 — ATALANTA
La marcia di avvicinamento del calcio provinciale arriva anche alla Coppa Carnevale grazie alle imprese dellAtalanta che cura con particolare attenzione (il filo conduttore dal passato verso il presente) il settore giovanile. Napoli, Fiorentina e limmancabile Dukla di Praga cercano di ostacolare la marcia della Dea di Bergamo ma alla fine devono arrendersi anche per le qualità tecniche di alcuni giocatori (Mutti, Moro, Novellini) destinati ad eccellere anche in serie A.
LA FINALE: Atalanta-Napoli 2-0
IL CAPOCANNONIERE: Abbondanza (Napoli) 3
IL GIOCATORE SIMBOLO: Novellini (Atalanta) Segnare due gol decisivi in una finale non è da poco. Grazie a quella prodezza, il giovane attaccante finirà nel mirino della Vecchia Signora dove ha giocato alcune stagioni vincendo uno scudetto.

22. EDIZIONE — 1970 — DUKLA PRAGA
DallArgentina arriva il Boca Juniors che dà spettacolo contro la Roma nel doppio turno eliminatorio ma poi si ferma ai quarti di finale contro il Rijeka. Ma è il Dukla di Praga ad essere in pole position dopo la caduta dei campioni in carica dellAtalanta, dellInter e della Fiorentina. Alle semifinali accedono tre squadre straniere: Dukla Praga, Partizan Belgrado, Rijeka e Milan.
LA FINALE: Dukla Praga-Milan 1-0
IL CAPOCANNONIERE: Marchi (Milan) 5
IL GIOCATORE SIMBOLO: Zaccarelli (Torino) Nella fase eliminatoria del torneo brilla il centrocampista granata destinato nel tempo a diventare un punto fermo non solo della prima squadra ma anche un elemento dal rendimento concreto in Nazionale.

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