Dal 7 al 9 aprile nella splendida Levanto si è tenuto il Festival delle Geografie, un interessante evento che parla di una delle scienze (e delle materie) a volte poco considerate dal grande pubblico e dalla “cultura pop”.

Eppure non mancano certo personaggi e argomenti coinvolgenti, nè tantomeno manca interesse della gente nei confronti di curiosità, dibattiti e misteri che riguardano i confini e la storia della mappatura del nostro mondo.

Due delle conferenze più attese (e gremite di pubblico: tutto esaurito!) sono state quelle di personaggi della cultura e dello spettacolo molto conosciuti ed apprezzati per il loro impegno nel mondo dei viaggi, delle scoperte di “angoli di mondo” e di storie non del tutto esplorati.

Festival delle Geografie 2017 – Syusy Blady e Patrizio Roversi

Syusy Blady e Patrizio Roversi a Levanto hanno parlato di mappe “a modo loro”, riprendendo alcune delle inchieste originali che hanno animato le loro trasmissioni televisive.

festival delle geografieLe mappe impossibili – Sappiamo davvero tutto delle mappe? Esistono carte misteriose o maledette, redatte da uomini che si interrogavano sulla terra in epoche arcaiche?

Insomma, chi è stato il “Google Earth” dei tempi antichi?

Da qui è nata una ricerca che ha portato la coppia a scoprire una mappa che 15 anni prima della scoperta dell’America riportava due terre al di là dell’oceano: Antilia e Saluaga.

Per non parlare di un documento disegnato nel 1602, attribuito al padre gesuita Matteo Ricci, che dalla Cina del Khan avrebbe mappato le Americhe in modo perfetto, con tanto di Antartide… e che sarebbe conservata nei Musei Vaticani.

Una carta talmente minuziosa che persino la parte che possiamo ammirare “pubblicamente” (relativa all’Europa) fa pensare ad una visione dal cielo e a una minuzia di dettagli degna delle mappe satellitari.

Storie verosimili ma non verificate, mappe antidiluviane copiate e ricopiate nell’antichità, che dalla biblioteca di Alessandria sono arrivate in Spagna con i Templari dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi.

festival delle geografie

Le mappe “americane” di Cristoforo Colombo – L’America è stata davvero scoperta o solo… conquistata? Con questa premessa Syusy e Patrizio aprono un annoso dilemma che riguarda la figura del “nostro” leggendario navigatore, Cristoforo Colombo.

Quando è partito da Palos con le sue tre caravelle, Cristoforo sapeva dove stava andando? Possibile che fosse davvero solo un’impresa “velleitaria” su una rotta alternativa per le Indie, o che questo fosse solo un alibi?

Ecco che dopo varie indagini i due arrivano a intervistare la Duchessa Isabel Medina Sidonia da Toledo, discendente di nobili spagnoli che pagarono il viaggio a Colombo.

La donna sostiene di avere mappe e lettere che testimoniano il fatto che in America si andava anche prima della “scoperta” di Colombo… e lo si faceva per prendere l’oro.

La Chiesa, però, aveva vietato di andare oltreoceano, pretendendo di dover dare il permesso e cercando di ritirare tutte le mappe esistenti, o addirittura distruggendole o nascondendole.

Ma il Vaticano, in un periodo particolarmente turbolento della Storia, doveva pur decidere di favorire qualcuno: e chi se non i cattolicissimi nobili di Spagna, che cacciano proprio nel 1492 gli infedeli dalla parte meridionale della Penisola Iberica?

Festival delle Geografie 2017 – Luca Mercalli

Luca Mercalli, noto climatologo e divulgatore, ha intrattenuto i presenti al Festival delle Geografie con una disamina sui principali interventi dell’uomo sulla natura del mondo, con particolare attenzione a quella “aerea”. Il clima, il mondo e la situazione italiana.

festival delle geografie“L’umanità cambierà il clima o il clima cambierà l’umanità?” il titolo del suo intervento. E una cosa non esclude l’altra, anzi, sono dirette conseguenze.

Il bilancio del clima in Italia – Il 2016, secondo i dati del CNR di Bologna, con 1,2 gradi oltre la media, è stato il quarto anno più caldo dal 1800.

Tanti gli episodi di temperature estreme molto ravvicinate e allarmanti, secondo la tendenza al riscaldamento su scala globale.

Episodi di siccità e alluvioni sempre più presenti sul nostro territorio e ai quali – purtroppo – dobbiamo abituarci. Ma soprattutto prepararci per tentare di scongiurare episodi drammatici.

Il negazionismo climatico si lega a doppio filo all’orologio dell’Apocalisse (il tempo simbolico che ci rimane al collasso globale, ora siamo a due minuti e mezzo…).

Il presidente USA Donald Trump e le sue scelte ottuse – sostiene Mercalli – ci riportano indietro di decenni.

Peccato che questa scelta di “ridimensionare” l’attenzione alle politiche climatiche può portare nel giro di pochi anni il clima a… ridimensionare noi. Con tutte le tragedie che ne seguiranno.

Come resistere e ribattere a chi snobba i pericoli del cambio del clima?

Per esempio, piantando alberi: un atto che protegge il suolo dall’erosione (e dunque noi dalle frane), ma soprattutto cattura l’anidride carbonica dall’aria combattendo i cambiamenti climatici.

Senza contare che piantare un albero – che in alcuni casi può vivere anche due secoli – è un tangibile gesto di fiducia nei confronti del futuro. Chi ne vedrà i fori? Chi ne gusterà i frutti? Chi godrà della sua ombra?

Non lo sappiamo, ma avremo fatto qualcosa di meritorio.

Poi – pensando ancora agli alberi – ci sono anche fenomeni meno apocalittici e più graditi. Clima più caldo? Fioriture che arrivano prima del dovuto, con circa un grado in più in Europa, in primavera ed estate. Le fioriture sono precoci ma… belle da vedere.

Come disse il poeta ligure (appunto) Angelo Silvio Novaro: “Dov’era questo povero cuore assorto, se il mandorlo è fiorito ed esso di nulla s’è accorto?”

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ultimo aggiornamento: 18-04-2017


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