Repubblica Viareggina per i beni comuni interviene sul tema della libertà vaccinale.

“I vaccini sono senza dubbio una delle più importanti scoperte del secolo scorso.

La somministrazione e la diffusione dei vaccini in Italia, però, non sembra orientata alla salute del cittadino né alla nostra sicurezza.

La legge che estenderebbe l’obbligo vaccinale a 13 vaccinazioni pediatriche, l’inadempimento della quale impedirebbe la frequenza all’asilo nido e alla scuola materna, è una misura despotica che di fatto limita le libertà dell’individuo e offre una risposta semplicistica a un problema davvero complesso.

Inoltre per giustificare tale manovra si è creato un terrorismo mediatico in cui trovano spazio vaste schiere di opinionisti e di fanatici che alimentano lo stato di totale disinformazione su un tema dove anche la ricerca scientifica da risposte non univoche.

Il problema del calo delle vaccinazioni merita una discussione ampia e inclusiva e non proposte di legge dittatoriali; per questo sentiamo la necessità di prendere posizione per la libertà di scelta vaccinale.

Se il calo delle vaccinazioni si è rilevato un fatto tanto grave da richiedere un intervento tanto coercitivo, ci preme evidenziare alcune contraddizioni che rendono l’obbligatorietà una soluzione davvero inefficace. Primo su tutti il fatto che i posti disponibili negli asili nido e nelle scuole per l’infanzia coprono solo il 26 % degli aventi diritto (bambini nella fascia d’età prescolare), pertanto il target di popolazione raggiunta con questo provvedimento non influenzerebbe di fatto l’immunità di gregge. Poi il fatto che il fine di garantire la salute di tutti i bambini e dell’intera popolazione, non giustifica rendere obbligatorio prerequisito per l’iscrizione ai servizi scolastici il vaccino contro il tetano (malattia non contagiosa) o contro l’epatite B (malattia a contagio praticamente nullo in questa fascia d’età). E infine il fatto che non abbiamo dati relativi alla situazione immunitaria del paese, non c’è interesse nell’indagare con semplici prelievi del sangue quanti vaccinati effettivamente hanno sviluppato gli anticorpi per la patologia iniettata diventandone immuni e quanti no; non abbiamo dati relativi ai rischi e agli effetti indesiderati anche gravi descritti nei bugiardini e riconosciuti ormai da non poche sentenze di tribunali con ingenti risarcimenti alle famiglie danneggiate, non c’è interesse nel prevenirli il più possibile perseguendo la massima sicurezza per tutti.

Vogliamo una sanità pubblica che lavori nell’interesse della salute con la partecipazione informata e consapevole del cittadino e non leggi nazionali per l’abnegazione del suddito.

Vogliamo la libertà di scelta riguardo a ogni trattamento sanitario e la libertà per tutti gli operatori sanitari di consigliare o sconsigliare qualsiasi terapia in base alla loro professionalità e ai dati relativi a quel paziente in quel dato momento.

Le dinamiche con cui da un lato si impone ai sudditi un trattamento sanitario e dall’altro nel nuovo piano di prevenzione nazionale si esplicitano le pene per ogni operatore sanitario che sconsigli la vaccinazione, sono dinamiche di repressione che conosciamo bene motivate a nostro avviso da logiche capitaliste di mero profitto e ben lontane dall’interesse per il cittadino.”

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