La proposta di oggi vi porta sulla cresta Nord Est della Pania Secca, nota anche come “Denti della Secca”. Si tratta di itinerario alpinistico che, sebbene considerato facile (passaggi di I e II grado; un passaggio di III), tuttavia richiede l’uso consapevole della attrezzatura alpinistica: corde, sistemi di protezione, attrezzi per calarsi in corda doppia etc.
Si consiglia pertanto di affrontarlo con persone esperte, gruppi CAI o con guide alpine.

Noi abbiamo effettuato questa via con la Scuola di Alpinismo di Viareggio “Cosimo Zappelli”, al termine del corso A1 2016 di arrampicata su ghiaccio e roccia. 

La Pania Secca è una montagna delle Alpi Apuane,  alta 1703 metri. Domina tutta la Lucchesia insieme alla Pania della Croce, con la quale costituisce (assieme al Pizzo delle Saette) il massiccio calcareo del Gruppo delle Panie, all’interno del Parco naturale regionale delle Alpi Apuane.

Sostanzialmente i percorsi che portano in vetta sono ben diversi:
• Se affrontati dal versante sud ovest, sono i più frequentati perché abbastanza semplici e segnati;
• Tutti gli altri versanti della montagna presentano difficoltà più o meno elevate e sono adatti per gli arrampicatori abituati alle infide pareti apuane.
Le difficoltà aumentano in inverno con la copertura nevosa che può protrarsi a lungo.

La prima ascensione

La Pania Secca è la montagna più apprezzata dal punto di vista alpinistico nelle Apuane meridionali ed è frequentata in tutte le stagioni.
La prima ascensione invernale documentata della Pania Secca avvenne il 16 febbraio 1900 e fu effettuata da Emilio Questa[7]. Per il resto la montagna fu trascurata dai liguri, nell’epoca pionieristica, e interessò principalmente gli alpinisti fiorentini.

 


Piglionico Foce cappella
Piglionico Foce cappella

L’avvicinamento – La cresta si attacca dalla località del Piglionico (circa 1100 mt.): poco prima della cappella presente al termine dello sterrato troverete una deviazione della carreggiabile sulla sinistra (presenza di sbarra); prenderete la deviazione, in leggera salita: dopo alcuni tornanti, abbandonato lo sterrato (prima di una baita con il tetto verde, in un punto pianeggiante del sentiero, nei pressi di un ometto di pietra), affronterete direttamente il pendio per roccette, paleo e sfasciumi fino a guadagnare il bosco; proseguirete, per quanto possibile (siete fuori dai sentieri CAI), salendo frontalmente il pendio boscoso fino a portarvi sul filo di cresta con le prime facili rocce. Qua il panorama si apre (residua solamente qualche alberello): intorno erba, rocce e, davanti a voi, la parete nord est della Secca in tutto il suo splendore (circa 40’ di cammino dalla sbarra).


Pania Secca. La cresta del primo dente 

pania secca cresta del primo dente

In questo punto potrete approfittare per calzare l’imbrago e preparare la cordata. Come dicevamo, si tratta di un percorso alpinistico facile (per quanto in ambiente davvero spettacolare): tuttavia è una ottima occasione, come lo è stato per noi, per provare le manovre ed i sistemi di protezione su via alpinistica (passaggi esposti di I/II grado) ed effettuare comunque la salita in sicurezza.
pania secca diedrino verso il 2 dente

Si risale in maniera abbastanza semplice il primo dente seguendo il filo di cresta su roccette, paleo e tratti a volte esposti: potrete organizzare le varie soste agli alberi presenti lungo la via (attenzione a scegliere alberi con foglie: segno evidente che non avete scelto arbusti secchi ma piante ben radicate al suolo).

La via non è “protetta” e potrete dunque utilizzare cordini, dadi e friends per mettere in sicurezza la vostra salita e quella dei compagni di cordata. Guadagnata la cima del primo dente troverete un cordone per “recuperare” i compagni e successivamente aggirare il dente disarrampicando fino alla selletta.

Pania secca. Il secondo dente

Effettuata la discesa potrete raggiungere, in conserva su fondo erboso, un alberello proprio sotto l’attacco della parete del secondo dente: qua preparerete la sosta per assicurare voi stessi ed il primo di cordata.

pania secca la doppia dal secondo denteSi può salire leggermente a sinistra (II grado su roccia), affrontando anche  un divertente diedrino al centro della salita (presente un chiodo, passaggio di III grado); in alternativa, sulla destra, per un canaletto erboso (I grado insidioso). Raggiungerete così la cima del secondo dente, dove preparare la sosta (su rocce ben solide) per “mettervi in sicura” e “recuperare” di nuovo i compagni; riunito il gruppo in vetta, arrivate alla seconda discesa.

Qua avrete due possibilità: potrete scendere slegati con molta cautela (II grado) stando leggermente a destra su una traccia non molto evidente (in questo caso un compagno può “assicurare” la vostra discesa calandovi con un nodo mezzo barcaiolo); oppure, scelta consigliata, potrete effettuare una adrenalinica calata in corda doppia (presente catena di calata) di circa 20 metri, su parete rocciosa quasi perpendicolare.

Pania secca . Il terzo dente e l’antecima

Da qui – vi trovate su una stretta foce, in piano, tra il secondo ed il terzo dente – si inizia a risalire, in conserva, il terzo dente: o al centro su roccette o sulla destra sempre per paleo e sassi; affronterete un passaggio di pochi metri, da scendere con molta cautela, per una placca esposta: sfrutterete degli scalini naturali in disarrampicata (I grado).

pania secca in calata dal terzo dente

Al termine di questo breve ma insidioso passaggio è possibile che il primo di cordata, sfruttando due vecchi chiodi, metta in sicurezza (piastrina gigi, mezzo barcaiolo, reverso) il progredire del secondo (meno esperto). Davanti a voi si propone ora il ripido, verdeggiante e bellissimo versante erboso che porta all’antecima della Pania Secca: risalirete, ancora in conserva, le tracce di sentiero stando prima sulla destra, sul filo di cresta, per poi deviare a sinistra, avendo come riferimento un alberello isolato: risalirete un ripidissimo canale di paleo e sassi smossi (attenzione: procedete vicini, con il caschetto protettivo, cercando di non smuovere sassi). Si raggiunge così il tratto pianeggiante che porta all’antecima: procederete con cautela sul filo di cresta, facile ma esposto.

Arriverete dunque ad una catena con fix, dove allestire l’ultima corda doppia per discendere un intaglio roccioso di circa 20 metri: qua convergono il famoso canale del Trimpello ed il cosiddetto canale di Nord-Ovest.

Verso la vetta della Pania Secca 

pania secca ultima sosta prima della vetta

Arrivati all’intaglio rimane da risalire l’ultimo ripido tratto: giusto qualche metro sopra di voi troverete una sosta ed un fix (giusto appena sotto un tettino roccioso) dove vi assicurerete e dove farete di nuovo sicura al primo di cordata; si risale dapprima stando a sinistra e sfruttando un sasso sporgente; poi si procede a destra per risalire gli ultimi metri, ripidi ma con appigli sicuri per mani e piedi (qua verrà allestita l’ultima sosta per recuperare i compagni).

pania secca in vettaInfine, in conserva, le ultime roccette che vi separano dalla vetta della Pania Secca (1703 mt.; 4 ore circa dalla partenza).

Finalmente il meritato riposo! Adesso potete concedervi di lasciar andare la mente! Ad Ovest lo sguardo arriva fino al mare, là dietro al Gruppo delle Panie; alle vostre spalle la Garfagnana e l’Appennino! Magnifico!

pania secca allievi e istruttori in vetta

Denti della Secca. La discesa 

pania secca la discesaRicomposti gli zaini affronterete la discesa per la via normale della Pania Secca: scenderete per la cresta Ovest e quindi per roccette e sassi seguendo gli “ometti” usati come segnavia. Raggiungerete così, in mezzo a prati verdeggianti, il sentiero CAI n° 7 e, dopo aver deviato a destra, con la via n° 127 vi “infilerete” nel bosco fino al Piglionico (1 ora e mezzo la discesa).


Difficoltà:

Media

Durata Itinerario:

7 ore circa


I denti della Pania Secca, Mappa del Percorso

Mappa pania secca i denti
Mappa pania secca i denti

I versanti della Pania Secca:

• Versante Nord-Ovest; cresta nord che inizia dall’insellatura del monte Piglionico;
• Parete Nord-est; cresta est; versante sud-est che è considerato una delle strutture rocciose più notevoli delle Apuane e arriva alla cresta Gialunga;
• Canale Trimpello che inizia dai casolari omonimi e si trova sempre nella zona sud-est;
• Parete est-sud-est; gran pilastro sud-est che è considerato una delle più lunghe e difficili vie di arrampicata delle Apuane;
• Cresta sud-sud-est o Gialunga dal nome di alcuni casolari situati all’inizio;
• Versante sud che continua il versante meridionale dell’Uomo Morto, esso fu il primo a essere percorso in salita da Fornovolasco.

È collegata alla Pania della Croce da un lungo crinale detto “Uomo Morto”, in mezzo al quale spicca il cosiddetto “Naso”. Alla base del “Naso” si trova il rifugio alpino “E. Rossi alla Pania”.
Interessante l’area della Vetricia, vicina alla Pania Secca ed alla Pania della Croce, che costituisce una delle zone carsiche a maggior densità di cavità naturali che si conoscano (si ricorda l’abisso Revel, fino apochi anni fa il più profondo tra quelli esplorati). Alla base di una lunghissima cresta, chiamata Gialunga, che dalla Pania Secca arriva al paese di Fornovolasco, si trova la Grotta del Vento.

 


Massimiliano LombardiMassimiliano LombardiSi ringrazia Alessandro Cerri, istruttore della Scuola di Alpinismo “C.Zappelli”, per la supervisione tecnica di questo articolo.
Per maggiori informazioni sui percorsi escursionistici sulle Alpi Apuane, rivolgersi alla sezione CAI di Viareggio “M. Bacci”.
Ricordate, la montagna è un ambiente bellissimo, quanto ostile e difficile da affrontare nelle difficoltà. Valutate prima di partire le vostre corrette condizioni fisiche e l’idoneità dell’attrezzatura. Evitate di addentrarvi in escursioni da soli e ricordate di comunicare sempre l’itinerario che andrete ad affrontare per permettere in caso di necessità di essere rintracciati.

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alpi apuane cosimo zappelli denti della secca pania secca

ultimo aggiornamento: 06-06-2017


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