Il bosco del Fato-Nero e il Monte Sumbra da Arni

Si tratta di una via in parte attrezzata che, sebbene considerata facile nell’universo delle vie ferrate delle Alpi Apuane, richiede comunque l’uso consapevole della attrezzatura tecnica (Kit da ferrata con dissipatore e caschetto protettivo) ed il saper progredire in ambiente esposto e verticale; si consiglia pertanto di affrontarla con persone esperte, gruppi CAI o con guide alpine.

Il monte Sumbra

Il Sumbra da Passo Fiocca
Il Sumbra da Passo Fiocca

Il monte Sumbra è conosciuto anche come Penna di Sumbra o monte Sómbora. La vetta e la gran massa del monte si trovano nel comune di Vagli mentre parte della cresta e degli altipiani orientali si trovano in quello di Careggine.  Esso è formato quasi completamente di marmo e cambia molto la sua struttura a seconda dal punto da cui lo si guarda. La vetta raggiunge i 1769 metri e si trova all’estremità ovest.

Il monte si estende in direzione est-ovest con una lunga cresta rocciosa che a nord, verso Vagli, è abbastanza dolce, fresca e boscosa, mentre a sud scende a precipizio con pareti marmoree che superano i 500 metri: inoltre questo versante è solcato da diversi fossi che danno origine al fenomeno carsico delle cosiddette Marmitte dei Giganti

Cosa sono le marmitte dei Giganti

In alcuni torrenti che scendono dalle vette Apuane, nel corso dei secoli ed in particolari condizioni geologiche, l’acqua ha creato nell’alveo dei torrenti delle profonde buche di forma cilindrica, a volte perfettamente sferiche: buche che sono state originate proprio dall’azione congiunta dell’acqua e dei ciottoli trasportati dalla corrente impetuosa e che la tradizione popolare ha denominato “Marmitte dei Giganti”: le Marmitte sono visibili nel Canale degli Alberghi e, soprattutto, nei tre canali che scendono dal versante meridionale del Sumbra: Fosso delle Comarelle, Fosso dell’Anguillara e Fosso del Fatonero).

Le “Marmitte” sono presenti lungo il corso dei torrenti Anguillaja e Fatonero situati sulle Alpi Apuane dove, in modo più spettacolare e accentuato, le acque incanalate e vorticose creato un fenomeno erosivo e carsico scavando, nel loro alveo in roccia, grandi cavità a forma paiolo.

Entrambi sono affluenti di sinistra della Tùrrite Secca (a sua volta affluente di destra del fiume Serchio) e discendono i versanti meridionali del Sumbra (1765 m) e del Monte Fiocca (1709), a circa 650 m di distanza l’uno dall’altro.
Si presentano all’osservatore come cavità abbastanza regolari, di forma grossolanamente circolare, con pareti estremamente levigate e con fondo nelle maggioranza a calotta. Sono naturalmente scavate nella viva roccia e le loro dimensioni sono variabilissime poiché vanno da pochi centimetri fino al diametro di 6,6 m e alla profondità 1,6 m.

L’itinerario verso il Sumbra

Il monte Sumbra si può raggiungere facilmente attraverso il sentiero 145 che parte da Capanne di Careggine e con un po’ più di attenzione – visto che si dovrà affrontare la via Ferrata Malfatti – partendo da Arni sul sentiero 144, quello che oggi andiamo a percorrere.
La vetta è molto erbosa e ricorda un pò le alture appenniniche; essa è particolarmente panoramica sull’intera catena delle Apuane. La prima ascesa invernale risale al 6 gennaio 1884 e fu fatta da Aristide Bruni con la fedele guida, ed alpinista di valore, Efisio Vangelisti di Pruno.

Verso il bosco del Fato Nero 

Case Orioli Arni
Case Orioli Arni

Io, Francesco, Gaetano, Alessandra e Angela abbiamo scelto quest’ultimo percorso sulle Alpi Apuane in una domenica di autunno.
Raggiunta Arni dalla galleria del Cipollaio, abbiamo lasciato le auto al piccolo parcheggio (metri 900 circa) a valle di case Orioli: da qui, preparati gli zaini con riserva abbondante di acqua vista la inesistenza di fonti o rifugi durante il trekking, si prosegue lungo la strada asfaltata per pochi metri fino ad incontrare un bivio (sempre asfaltato) sulla destra, che costituisce l’inizio del sentiero 144 per il Monte Sumbra.

Si percorre per circa dieci minuti la strada seguendo gli ampi tornanti fino ad arrivare ad un gruppo di case ristrutturate, in pietra: il sentiero prosegue giusto dietro una di queste case, ben indicato, e individuabile anche da una serie di scalini (in pietra) saliti i quali inizia il percorso vero e proprio! Dapprima in un rado boschetto e poi in mezzo ad una fitta vegetazione di rovi (ahimè)! Dopo non molto siete fuori dai “pruni” ed il sentiero si sviluppa su roccia e paleo, non molto ben indicato, e punta verso gli evidenti contrafforti del monte Fiocca.

Sulla vostra sinistra la cresta del Vestito e il profilo inconfondibile del Monte Macina. Guadagnerete velocemente quota fino a raggiungere un delicato passaggio su enormi lastroni levigati superati i quali raggiungerete un piccolo pianoro erboso: davanti a voi il monte Freddone e le moli delle Panie e del Monte Corchia. Da qua il sentiero prosegue, in mezzo al paleo e in dolce salita, fino a Malpasso.

Il bosco del Fato Nero
Il bosco del Fato Nero

Fra i principali fossi che discendono dal Sumbra incrociamo il Fosso del Fatonero , che ha origine dal bellissimo bosco del, il Fosso dell’Anguillara e il Fosso delle Comarelle , il quale ultimo assume il nome da due vecchie casette, le Comarelle.

A Malpasso il panorama cambia: ai vostri occhi è apparso, come in un incantesimo, il profilo del bosco del Fato Nero e, in lontananza, i bastioni Sud del Sumbra! Tra Malpasso e l’ingresso nel bosco il sentiero diventa più difficoltoso; occorre prestare attenzione a diversi passaggi su roccette che, in alcuni punti, sono agevolati da provvidenziali cavetti di acciaio. Al termine di questo percorso più delicato siete così giunti “alla porta” del bosco, ora ben individuata da paletto segnaletico CAI. In autunno i colori del bosco offrono uno spettacolo cromatico indimenticabile: dal verde, al giallo, al rosso ed al marrone; 

 

 Le leggende del bosco del Fato Nero 

Il Fato Nero è un bosco abbarbicato al Monte Fiocca, pieno di fascino e di mistero che si percorre con piacere per dirigersi da Arni a Passo Fiocca ed oltre; questa meravigliosa e magica faggeta si trova a 1400 metri circa di quota.

Bosco del Fato Nero da Malpasso
Bosco del Fato Nero da Malpasso

La leggenda narra che l’origine di tale denominazione sia da ricercarsi da Fatto nero per un possibile omicidio accaduto in quel bosco di cui nessuno ricorda più niente; più probabilmente, invece, deriva da faggio nero: si dice che gli alberi vi crescessero così fitti e robusti che a malapena vi penetrava la luce del sole.

Ma è qui la genesi dei vari miti garfagnini (il buffardello, l’omo selvatico, le fate…) che sono giunti a noi oggi; si crede che in questo bosco vivano ancora oggi spiriti e folletti che di notte vagano danzando in cerchio, dove la luna riesce a far filtrare la propria luce attraverso la fitta boscaglia, creando magicamente dei giochi di luce.

Chi ha attraversato questo bosco di notte dice che sia riuscito a sentire suoni inspiegabili e mai sentiti da orecchio umano: sospiri, lamenti e premonizioni sul futuro; solo le campane dei paesi vicini che suonano il mattutino fanno svanire l’incantesimo e i folletti che si trovano ancora all’aperto si pietrificano: anche in pieno giorno la sensazione che si ha, attraversando il Fatonero, è quella di essere osservati; pare addirittura che in questo bosco sia celato un tesoro: si racconta che un pastore in questa fittissima faggeta vide una bellissima fata vestita di bianco con una corona di foglie in testa; il giovane pastorello la invitò a ballare e mentre lui suonava lo zufolo vide che la fanciulla ballava talmente leggera da essere sospesa nell’aria; il pastore, in segno di amicizia, le donò dei fiori freschi che si trasformarono in tante monete d’oro appena la fata li ebbe toccati: da quel giorno, tale tesoro è sempre nascosto nel bosco e non è stato ancora trovato.

Monte Sumbra: Verso la vetta

La traversata della faggeta è magica, in un bel sentiero facile e pianeggiante, che vi permette di rilassarvi e di immaginare la presenza dei folletti e delle fate della leggenda!

Monte Sumbra da Passo Contapecore
Monte Sumbra da Passo Contapecore

Usciti dal bosco, in breve, attraversando i pendii Sud del Fiocca arrivate in dieci minuti al Passo Contapecore (pare che il nome derivi dal fatto che qui, un tempo, i pastori erano soliti contare gli animali dei propri greggi, dispersi a pascolare tra i sottostanti “fossi” del Fato Nero e dell’Anguillara): adesso il Sumbra è imponente e, alla sua base, è comparsa l’ampia zona rocciosa di Passo Fiocca.

Dal Contapecore il 144 riprende a salire, attraversa un rado boschetto e vi conduce sugli enormi “piastroni rocciosi” che arrivano fino a Passo Fiocca: in basso ammirerete il lago di Vagli, sulla vostra sinistra il monte Fiocca, alla vostra destra le pareti strapombianti e imponenti del Sumbra.

La Ferrata Malfatti

Monte sumbra La Ferrata malfatti
Monte sumbra La Ferrata malfatti

È giunto il momento, dopo una breve sosta, di calzare l’imbrago da ferrata ed il caschetto: la traccia del sentiero, ben visibile, vi porterà a costeggiare la parete Sud del monte fino a raggiungere l’attacco della ferrata.

La via è tanto semplice (attenzione, si tratta pur sempre di un percorso attrezzato) quanto affascinante per i panorami che offre sulla catena delle Apuane;

La salita non è mai verticale ma sempre “appoggiata”, senza grandi esposizioni; in circa venti minuti sarete all’uscita della via, giusto sotto la Croce di vetta (sono passate circa 3 ore e 30’ dalla partenza da Arni); da qua lo spettacolo è a 360 gradi su tutta la “nostra” catena alpina!

Dalle Apuane meridionali (quelle della Versilia) fino al Pisanino, al Cavallo, al Sagro ed a tutte le vette della parte Nord della Toscana!

Il ritorno che vi proponiamo, questa volta e per non complicare un percorso già impegnativo, è lungo la via di salita: in circa due ore e mezza potrete essere di nuovo alla vostra auto, nell’abitato di Arni.


Monte Sumbra Mappa itinerario

Arni monte sumbra mappa
Arni – Monte Sumbra mappa

 


Accesso al monte Sumbra:

Arni

Punto di appoggio:

Nessuno

Tipo di via:

Trekking EEA

Difficoltà:

Media; brevi tratti esposti e breve via ferrata per la vetta

Attrezzatura:

casco, kit completo da ferrata, guanti da ferrata

Tempi di percorrenza:

andata 3h,30; ritorno 2h, 30.


Massimiliano LombardiMassimiliano LombardiIl percorso comprende una via attrezzata che, sebbene considerata facile, richiede comunque l’uso consapevole della attrezzatura tecnica (Kit da ferrata con dissipatore) e il saper progredire in ambiente esposto e verticale; si consiglia pertanto di affrontarla con persone esperte, gruppi CAI o con guide alpine. Per maggiori informazioni sui percorsi escursionistici sulle Alpi Apuane, rivolgersi alla sezione CAI di Viareggio “M. Bacci”.
Ricordate, la montagna è un ambiente bellissimo, quanto ostile e difficile da affrontare nelle difficoltà. Valutate prima di partire le vostre corrette condizioni fisiche e l’idoneità dell’attrezzatura. Evitate di addentrarvi in escursioni da soli e ricordate di comunicare sempre l’itinerario che andrete ad affrontare per permettere in caso di necessità di essere rintracciati

 

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dispalla escursioni alpi apuane

ultimo aggiornamento: 16-10-2017


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